La morte di Clauddine ”Dee Dee” Blanchard è diventata un documentario ed è entrata nella storia dei casi di cronaca nera statunitense. A processo è finito Nicholas Godejohn, l’allora ragazzo della figlia della vittima, Gypsy Blanchard. La stessa Gypsy, però, ha testimoniato durante un’udienza di essere stata lei a ordire l’omicidio della madre, dal momento che non sopportava più di essere costretta a fingere di essere malata. Una storia dalla trama piuttosto complicata che sta facendo parlare tutti gli USA.
Clauddine “Dee Dee” Blanchard è stata uccisa nel 2015. Gli inquirenti hanno portato a processo l’ex fidanzato della figlia, ma la donna, ora 27enne, ha testimoniato in tribunale di essere stata lei a ideare l’uccisione della madre. Il motivo? Non sopportava più di vivere nella menzogna, costretta dalla stessa madre a fingersi disabile.
La mamma per anni aveva raccontato, anche in televisione, ospite di vari programmi, che la figlia era malata gravemente. E per questo aveva bisogno di denaro. La donna aveva in pratica truffato decine di persone sostenendo che la figlia fosse affetta da distrofia muscolare e leucemia, per cui era costretta a muoversi in sedia a rotelle.
In realtà Gypsy godeva di ottima salute e non aveva mai avuto problemi. Ma la verità è venuta a galla solo dopo la morte di Dee Dee Blanchard. Che secondo gli inquirenti è avvenuta proprio per mano del fidanzato di Gypsy. La ventisettenne ha però chiarito davanti ai giudici di essere stata lei ad avere l’idea di uccidere la mamma per poter vivere in pace la storia d’amore con il ragazzo. E il fidanzato l’avrebbe quindi solo ‘aiutata’ a portare a compimento il delitto.
La 48enne fu trovata senza vita nel 2015 nella casa in Illinois in cui viveva con la figlia. Gypsy però venne rintracciata nel Wisconsin, a casa di Godejohn, l’allora fidanzato che aveva conosciuto in rete tre anni prima. Una volta rintracciata, la polizia è venuta a conoscenza del fatto che la ragazza era completamente sana e che la mamma aveva inventato le sue malattie per poter ottenere denaro e sussidi.
Gli esperti che hanno analizzato il caso hanno ipotizzato che la donna uccisa potesse soffrire della sindrome di Münchausen, un disturbo che colpisce le persone che provocano danni fisici ai figli per attirare l’attenzione su di sé.
Al momento Gypsy e Nicholas sono in carcere in attesa che il giudice dovrà stabilisca le responsabilità e le condanne per i due. Gli avvocati del ragazzo hanno ammesso il suo coinvolgimento nell’omicidio, ma sperano che Godejohn non venga condannato con l’accusa di omicidio di primo grado in modo tale che venga risparmiato dal carcere a vita.
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