Uccisa dalla madre a Oristano, oggi l’autopsia sul corpo di Chiara Carta: si indaga sulla morte della 13enne, secondo una prima ricostruzione colpita con almeno 20 coltellate dalla mamma, Monica Vinci, all’interno della loro abitazione a Silì, frazione del capoluogo sardo.
C’è attesa per le risposte che l’esame autoptico sul cadavere della 13enne potrà fornire nel contesto dell’inchiesta per l’omicidio. La madre, 52 anni, sarebbe ancora ricoverata ma non verserebbe in pericolo di vita dopo il presunto tentato suicidio compiuto gettandosi da una finestra dello stesso stabile.
Chiara Carta avrebbe compiuto 14 anni il prossimo 24 marzo, ma una sorte atroce l’ha vista spegnersi prima che, secondo la ricostruzione, potesse decidere se stare con il padre o la madre, genitori separati da tempo.
Nell’abitazione di Silì (Oristano) in cui viveva con la mamma, la 52enne Monica Vinci, sabato pomeriggio è avvenuto un dramma ancora tutto da chiarire.
Per cause finora sconosciute, la 13enne sarebbe stata uccisa dalla donna che poi avrebbe tentato di togliersi la vita gettandosi da una finestra.
Soltanto quando le sue condizioni lo permetteranno, gli inquirenti potranno interrogarla in merito all‘omicidio.
La ragazzina sarebbe stata trovata dal padre, Piero Carta, ormai senza speranze: riversa a terra, in una pozza di sangue all’interno della stessa casa, dopo essere stata colpita con 20 fendenti (secondo quanto appreso dall’Ansa, inferti forse con un taglierino) e strangolata con un cavetto del cellulare.
Un delitto efferato su cui ora interverranno le complesse indagini e i rilievi della Polizia Scientifica.
È prevista per oggi l’autopsia sul corpo della giovane, accertamento che consentirà di stabilire l’esatta causa del decesso e di far luce sulla dinamica.
Il padre di Chiara Carta avrebbe scoperto il corpo della figlia 13enne in casa dopo l’allarme lanciato da un passante, qualcuno che aveva visto a terra l’ex moglie Monica Vinci appena lanciatasi dalla finestra.
Cosa sia successo davvero tra quelle mura è ancora un mistero. L’uomo, agente di polizia locale, è distrutto da un dolore atroce, alimentato dai tragici dettagli che emergono ora dopo ora.
“Ho perso tutto“, avrebbe commentato poco dopo il ritrovamento della minore senza vita.
L’avvocato del papà di Chiara Carta, Filippo Cogotti, riporta Ansa, ha parlato di una situazione difficile in cui spunta una pesante ombra: il mancato affidamento della minorenne al padre da parte delle autorità nonostante la madre, già nel 2015, avesse subito un ricovero per presunti problemi psichici.
L’istanza del genitore, che avrebbe chiesto di tenere con sé la figlia proprio alla luce di questa complicata situazione, sarebbe stata però rigettata.
Il padre della 13enne, secondo quanto riferito all’agenzia di stampa dal suo legale, avrebbe chiesto che l’ex moglie venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma la donna avrebbe presentato un certificato medico di idoneità all’affidamento e per questo l’istanza di Piero Carta sarebbe stata rigettata.
Ora una parte delle indagini si occupa di scavare nella storia familiare a caccia di un movente.
Una terribile ipotesi, stando alla ricostruzione indicata dall’Ansa, si sarebbe fatta strada nelle ultime ore: la madre potrebbe aver deciso di compiere il delitto e di farla finita perché forse consapevole dell’eventualità che sua figlia scegliesse di vivere con il padre, e della contestuale possibilità di perdere di assegno di mantenimento e abitazione.
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