Il mondo arabo perde due imprenditrici di successo, due donne preparate e influenti: Soraya, 44 anni e Juamana, 37. I loro corpi sono stati ritrovati ai piedi di un edificio, tra la polvere, detriti e cemento, insieme a un breve biglietto rivolto ai genitori. Difficile credere alla pista del suicidio, considerato lo status sociale delle due donne e l’esito dell’autopsia che avrebbe rivelato esclusivamente fratture multiple compatibili con la caduta. Nessun’altro segno di violenza.
E così, è giallo per la morte delle sorelle Salti.
Chi erano in realtà e qual è stata la reale dinamica della loro scomparsa?
Occorre partire dalla loro quotidianità. Erano due splendide donne, eleganti, ricche e molto conosciute in Medio Oriente, che sapevano perfettamente destreggiarsi in un paese difficile come la Giordania, sempre in lotta, con le armi spiegate, a un passo dall’inferno Siriano.
Non avevano mai un attimo di tregua, agende stracolme di appuntamenti, ottime conoscenze e contatti, oltreché una ricca famiglia alle spalle con interessi nel gas e nell’acciaio. Non portavano il velo e non erano inclini al fondamentalismo religioso. Entrambe avevano anche un curriculum vitae da far invidia: cinque lingue parlate fluentemente e ottimi studi alla London School of Economics.
Soraya era a capo di una potente organizzazione giordana, impegnata nell’educazione dei minori nelle aree più degradate del mondo.
Jumana, invece, aveva collezionato diverse lauree e master, e dal 2008 si occupava di revisioni di bilancio negli Emirati arabi su incarico del colosso mondiale Pwc-PricewaterhouseCoopers. Inoltre, era amica e persona fidata della regina Rania.
Secondo la ricostruzione della Polizia, le due sorelle sarebbero salite all’ultimo piano del palazzo, da sole, per poi lanciarsi nel vuoto.
Ad accorgersi del tragico accaduto, è stato il custode egiziano del cantiere: ha sentito un forte tonfo e si è subito precipitato a vedere cosa fosse successo.
Nessun’altra testimonianza, soltanto una donna del circondario ha dichiarato di aver visto un’auto avvicinarsi a quel palazzo: ‘Una signora ben vestita che scendeva e sembrava molto tesa e arrabbiata’, subito dopo è uscita un’altra donna che ha rincorso la prima.
Tenuto conto delle vite delle sorelle Salti, delle loro innumerevoli abilità e propensioni, senza problematiche note, nemmeno di natura sentimentale, è difficile credere all’ipotesi del suicidio.
A tal proposito, anche Marwan Muasher, ex vice primo ministro ed ex ministro degli Esteri giordano, ha espresso tutta la sua perplessità: ‘Mi riesce difficile credere che si siano suicidate. Le conoscevo tutt’e due. Quando aveva 8 anni, ho fatto anche l’allenatore di minibasket per Jumana. Erano piene di vita, avevano due vite piene d’amore’.
L’ultima volta che sono state viste insieme, si trovavano al prestigioso Bisharat Golf Club di Amman: il loro aspetto era del tutto sereno.
Persino dai tabulati telefonici non è emerso alcun contatto insolito per le loro vite.
E pure spulciando a fondo nella loro intimità, l’unica nota dolente rintracciabile è un breve periodo oscuro con qualche problema di anoressia, ma poi risoltosi del tutto.
La famiglia, dal canto suo, non ha minimamente accettato l’ipotesi del suicidio e ritiene che si tratti certamente di omicidio, senza però lasciarsi scappare ulteriori dettagli.
Anche un anonimo su Facebook ha scritto: ‘E’ un delitto, serve un’inchiesta all’altezza della situazione. C’è dietro una storia misteriosa, non c’era motivo che si uccidessero’.
Mentre un noto blogger giordano, Nasim Tarawneh, ha dichiarato: ‘La Giordania e il mondo arabo hanno perso due leader. Che grande perdita, ci mancheranno. Le ricorderemo per sempre’.
Il mistero delle sorelle Salti è una matassa contorta, ancora tutta da sbrogliare.
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