Uccise i genitori a coltellate la notte di Halloween di 3 anni fa, accanendosi anche sul cane di famiglia perché a suo dire non avrebbero accettato che diventasse donna. Andrea Balcer, nata Andrew, 20 anni, da Winthrop, Maine, è stata condannata lo scorso dicembre a 40 anni di carcere per l’omicidio della madre e del padre, Alice e Antonio “Tony” Balcer, e crudeltà aggravata nei confronti di Lilly, il chihuahua di casa. Alla lettura della sentenza erano presenti alcuni parenti ma non il fratello Christopher che fu graziato in quella notte di follia. “Sento ancora le urla della nostra adorata madre mentre veniva pugnalata dal figlio che adorava”, ha commentato il fratello alla stampa locale.
La difesa aveva chiesto che Andrea venisse processata da minorenne visto che la notte degli omicidi aveva ancora 17 anni, ma la Procura ha ottenuto il processo come adulto dal momento che avrebbe compiuto 18 anni da lì a un mese.
Non solo. La difesa ha sostenuto la teoria di Andrea secondo cui i genitori, entrambi 47enni al momento dell’omicidio, non l’avrebbero supportata durante un periodo difficile in cui avrebbe deciso di diventare donna, mentre per l’accusa i genitori erano persone amorevoli che non l’avrebbero ostacolata.
Alla fine ha vinto la tesi della Procura ed è arrivata la condanna a 40 anni di carcere. “Non parlo oggi per chiedere clemenza o per cercare di salvarmi dalla giusta punizione. Sono qui solo per chiedere una cosa, il perdono della mia famiglia”, aveva dichiarato la 20enne al momento della lettura della sentenza.
I parenti e gli amici della coppia avevano sperato nel massimo della pena, ma il giudice ha concesso le attenuanti, riconoscendole un ritardo emotivo.
Tutto ebbe inizio la notte di Halloween del 2016 quando Andrea, intorno all’una di notte, raggiunse la madre e la colpì con nove coltellate; le urla della donna svegliarono il padre che cercò di scappare ma venne raggiunto e ucciso a sua volta.
Anche il cane Lilly venne massacrato a coltellate perché abbaiava; raggiunto il fratello Christopher, che aveva tentato di nascondersi, gli disse che non era ancora giunta la sua ora e lo lasciò andare.
Il giovane si nascose allora da un vicino, in preda alle lacrime, e diede l’allarme. La prima a chiamare il 911 fu però la stessa Andrea che raccontò con “voce eccitata”, come recitano le carte processuali riportate dalla stampa, quanto accaduto.
Durante il processo, Andrea aveva raccontato di essere stata abusata dalla madre per anni e che i genitori, pur sapendo della sua identità femminile fin da quando aveva 3 anni, non le permisero di diventare donna in tutto e per tutto.
“Mi ricordo di aver ucciso i miei genitori, e questo non mi abbandonerà mai, ma non mi ricordo perché”, aveva dichiarato in un’intervista dal carcere a ridosso dei fatti.
La tesi è però stata respinta da amici e familiari, a partire dal fratello Christopher. Carl Pierce, fratello della mamma, dichiarò alla Cbs che la tesi di Andrea sul mancato supporto alla transizione non solo non è vera ma è “un insulto alla nostra famiglia, un insulto alla nostra società e un insulto alla comunità LGBTQ”.
L’uomo avrebbe parlato della sessualità della nipote con la sorella e il cognato. “Non c’era odio. Non c’era cattiveria. Non c’era cattiva volontà. C’era sì rassegnazione, ma alla fine era stata accettata”.
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