L’aggressione è avvenuta nel penitenziario di Sanremo, dove Alberto Scagni sta scontando una pena a 24 anni e sei mesi per l’omicidio della sorella Alice.
L’uomo sarebbe stato sequestrato e picchiato da due compagni di cella. Trasferito in ospedale, le sue condizioni sarebbero critiche.
Alberto Scagni sequestrato e picchiato in carcere
In carcere per l’omicidio della sorella Alice, uccisa il primo maggio dello scorso anno, Alberto Scagni è stato sequestrato e picchiato da due compagni di cella di origine maghrebina. Scagni sta scontando la sua condanna a 24 anni e 6 mesi di carcere nel penitenziario di Sanremo. Stando a quanto riferisce l’Ansa, la polizia penitenziaria è intervenuta per salvarlo e Scagni è stato trasferito nel Pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo, dove si trova in condizioni critiche.
Secondo quanto ricostruito finora, i due detenuti che lo hanno colpito, in carcere per violenza sessuale, erano completamente ubriachi. Non è escluso che, come già accaduto in passato, Alberto Scagni sia stato picchiato per il reato di cui si è macchiato. La prima volta all’origine del pestaggio, avvenuto nel carcere Marassi di Genova, il detenuto che l’ha picchiato aveva trovato il ritaglio di un quotidiano, che riportava la notizia della condanna per l’omicidio della sorella.
L’omicidio di Alice Scagni e la sentenza di condanna
Il 6 ottobre scorso la Corte d’Assise di Genova ha emesso la sentenza di condanna per Alberto Scagni, accusato dell’omicidio di Alice. La sentenza si è fermata a metà strada tra quanto chiesto dalla difesa e quanto sostenuto dall’accusa. Stando a quanto ricostruito dai giudici, Alberto Scagni avrebbe premeditato l’omicidio della sorella, attendendo ore il suo ritorno a casa, per poi ucciderla, infierendo con un coltello per 24 volte.
I giudici della Corte d’Assise hanno escluso le aggravanti della crudeltà e del mezzo insidioso (l’arma del delitto), confermando la tesi del perito nominato dal gip, che aveva riconosciuto quanto già appurato dal perito nominato dal giudice per le indagini preliminari, e cioè che Alberto Scagni sarebbe semi infermo di mente. Dopo aver espiato la sua condanna, l’imputato dovrà trascorrere tre anni in una Rems.
Alberto Scagni ammise di aver ucciso la sorella Alice, madre di un bambino, perché non era più disposta a dargli dei soldi. L’uomo le chiedeva continuamente denaro, avendo già dilapidato la sua parte di eredità.