Il minore dei fratelli Scalamandrè – Simone – è stato assolto, mentre il giudice della Corte d’assise d’appello ha confermato 21 anni per il fratello maggiore, Alessio.
L’omicidio di Pasquale avvenne la sera del 10 agosto del 2020 nell’appartamento della famiglia in via San Biagio, in Valpolcevera, provincia di Genova. Il legale di Alessio ha già annunciato il ricorso in Cassazione.
Era la sera del 10 agosto dello scorso anno quando Pasquale Scalamandrè, 68 anni, venne ucciso nella sua abitazione di via San Biagio, a Genova. L’uomo era già stato denunciato per maltrattamenti nei confronti della moglie, che era stata accolta in una struttura protetta. La sera del 10 agosto, Pasquale Scalamandrè andò a casa dei due figli, Alessio e Simone, 30 e 22 anni, perché voleva che la moglie ritirasse la denuncia contro di lui.
Tra Pasquale e i due ragazzi scoppiò una lite furibonda e l’uomo finì per morire sotto i colpi sferrati dai due ragazzi. In particolare, il maggiore – Alessio – lo colpì più volte con un mattarello e con altri oggetti presenti in casa. Fu proprio lui ad allertare l’ambulanza, ma quando i sanitari giunsero sul posto, per il 68enne non c’era ormai più nulla da fare.
Lo scorso febbraio la Corte d’Assise di Genova ha pronunciato le sentenza di condanna per i due fratelli Scalamandrè, che sono stati condannati a 20 e 14 anni di carcere, con l’accusa di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela.
Il pubblico ministero aveva chiesto per loro 22 anni di reclusione.
I legali dei due ragazzi avevano già annunciato il ricorso, che è stato presentato e che si è concluso con il processo d’appello. Nelle scorse ore la Corte d’assise d’appello di Genova ha condannato il maggiore dei due fratelli alla pena di 21 anni di carcere, mentre Alessio Scalamndrè è stato assolto.
In aula erano presenti i familiari dei due fratelli, che si sono detti ovviamente soddisfatti per la prima condanna. Alla lettura della seconda sentenza, quella per Alessio, i presenti hanno urlato ‘vergogna’ ai giudici del tribunale di Genova. Pasquale Scalamandrè era già stato denunciato per maltrattamenti nei confronti della moglie e l’autorità giudiziaria aveva imposto il divieto di avvicinamento alla donna e ai due figli.
Quella notte però aveva ignorato il provvedimento del giudice nei suoi confronti e si era recato a casa dei figli, tentando di convincerli a ritirare le accuse, in vista del processo che lo vedeva imputato e che si sarebbe svolto di lì a breve.
Il legale dei due fratelli Scalamadrè ha già annunciato il ricorso in Cassazione, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza d’appello, che ha ritenuto il ‘contributo’ di Simone nell’omicidio del padre minimo, il che gli ha permesso di ottenere l’assoluzione, mentre la grande responsabilità per quanto accaduto quella sera sarebbe da addebitare al fratello maggiore, Simone. Sarebbe stato lui – almeno secondo la ricostruzione fatta da chi indaga – a colpire a morte il padre.
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