A uccidere il cervo Bambotto sarebbe stato un cacciatore di 23 anni, durante una battuta. L’animale era diventato la mascotte di Pecol, frazione di San Tomaso Agordino, comune nel Bellunese. Non era difficile vederlo tra le case o addormentarsi sugli zerbini.
Tanta l’indignazione e la tristezza da parte degli abitanti di Pecol e della presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Michela Vittoria Brambilla, che ha commentato con un post sui social l’uccisione dell’animale.
Pecol, frazione di San Tomaso Agordino, piange la morte del cervo Bambotto, un esemplare di sette anni ucciso lo scorso sabato durante una battuta di caccia. L’animale era diventato la mascotte del paese, non era difficile vederlo avvicinarsi alle abitazioni o farsi accarezzare dalle persone del posto. Tanta l’indignazione da parte degli abitanti di Pecol e da Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ha pubblicato un lungo post in ricordo dell’animale e per denunciare la pratica della caccia.
A uccidere l’animale sarebbe stato un cacciatore di 23 anni, che avrebbe ammazzato il cervo a fucilate durante una battuta di caccia, forse per utilizzarne le corna. Tutto lecito, perché il periodo della caccia è aperto. Nel nostro Paese infatti la caccia è consentita dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio.
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