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Era un simbolo dello Zimbabwe il leone Cecil, un magnifico esemplare di 13 anni diventato principale attrazione turistica del Parco Nazionale di Hwange, fotografato da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo ogni anno. Usiamo il tempo passato perché Cecil è stato ucciso, e orrendamente decapitato per diventare presumibilmente un trofeo da esporre in qualche salotto. Inizialmente il colpevole era stato individuato in un cittadino spagnolo amante della caccia, il quale avrebbe pagato 50mila euro i guardiani per ottenere la testa del leone: ma gli ultimi aggiornamenti parlano di un dentista del Minnesota, Walter Palmer, quale colpevole del misfatto, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Telegraph e confermato da due fonti indipendenti.
Le autorità dello Zimbabwe intanto hanno arrestato due persone che sarebbero coinvolte nell’abbattimento di Cecil, il quale indossava un radiocollare applicato dai ricercatori dell’Università di Oxford nell’ambito di un progetto scientifico risalente al 1999, e che comprendeva lo studio di decine di leoni: si tratta di Theo Bronkhorst, cacciatore professionista, e Honest Trymore Ndlovu, proprietario della fattoria dove all’inizio di luglio è stato rinvenuto il corpo senza vita del leone. Secondo quanto si apprende dalle prime indagini, Cecil sarebbe stato attratto fuori dai confini del parco con un’esca, quindi ferito prima con una freccia e infine terminato a fucilate, prima di essere scuoiato e decapitato per diventare un macabro oggetto da trofeo nel salotto di un ‘demente’, come lo definisce Luis Muñoz del gruppo conservazionista e antibracconaggio Chelui4lions: ‘Quale demente vorrebbe uccidere un magnifico leone adulto, conosciuto e fotografato da ogni visitatore del parco?‘. A quanto pare i dementi non solo esistono ma sono pure parecchi, giacchè nella sola Spagna sono stati importati dal 2007 al 2012 ben 450 teste di leone secondo i dati diffusi da Chelui4lions.
Cecil non era un semplice leone, ma una vera e propria star dello Zimbabwe, un’attrazione che portava ogni anno migliaia di turisti: per il Paese africano dunque si tratta anche di un grave danno economico, visto che con un incasso di circa 8000 euro al giorno per l’ingresso turistico, lo Stato guadagnava per le foto a Cecil in una settimana più della tariffa pagata dal presunto mandante ai cacciatori. Purtroppo nonostante il Parco Nazionale dovrebbe salvaguardare le specie protette, nello Zimbabwe si registra un’intensa attività venatoria che sta compromettendo anche lo studio scientifico di Oxford, poiché già 24 dei 62 leoni classificati dall’università britannica sono stati uccisi fino ad oggi, sempre con la medesima tecnica che spinge i felini fuori dai confini del Parco.
Gli effetti delle uccisioni hanno ripercussioni negative anche sullo sviluppo biologico del branco, visto che quando un maschio adulto viene ucciso, gli subentra un altro maschio che come primo gesto uccide la prole del precedente capobranco per legittimare il proprio potere. La morte di Cecil è stata accolta con dolore anche sul web, con centinaia di messaggi manifestanti rabbia e indignazione che si sono riversati sui social network: la speranza è che almeno le autorità possano risalire ai colpevoli e punirli in maniera esemplare.
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