Il piccolo Alex Juhasz venne ucciso dalla mamma a soli 2 anni, nel 2021. Continua il processo e oggi è stato ascoltato il padre.
L’uomo ha parlato in Tribunale a Perugia e ai magistrati ha raccontato che la donna gli mandò delle foto del bambino dopo averlo ucciso.
L’omicidio di Alex Juhasz
A un anno e mezzo dalla morte del piccolo Alex Juhasz per mando della madre, il processo continua e oggi i magistrati hanno ascoltato presso il Tribunale di Perugia il padre del bambino.
L’uomo si trovava in Ungheria e il bambino era stato affidato a lui in Ungheria prima di essere rapito dalla crudele donna e portato in Italia, dove ha incontrato un destino terribile.
Quella che ora è la sua ex compagna, una donna ungherese di 43 anni, uccise il figlio a coltellate per poi recarsi al supermercato Lidl di Po’ Bandino, in provincia di Perugia, poggiando il cadavere su uno dei nastri trasportatori.
Ha chiesto aiuto ai presenti, che hanno dichiarato che sembrava davvero una donna disperata e non una crudele assassina.
La donna era residente a Chiusi, nel Senese e nei suoi confronti la Procura di Perugia ha avviato un’indagine, procedendo per omicidio dal momento che da subito sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti e infatti poco dopo è risultata essere la killer di suo figlio.
Sul corpo insanguinato del bambino, c’erano molte ferite di arma da taglio, specialmente sul collo e sul torace. La donna è subito finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti perché ha dato versioni contrastanti di quanto accaduto.
Alex era stato portato via poche ore prima dall’Ungheria, dove era in affido al padre, Norbert Juhasz, l’operaio di 46 anni che oggi è stato ascoltato nel Tribunale di Perugia dove è entrato senza guardare minimamente la ex compagna.
Le parole del padre di Alex
L’uomo è arrivato in Italia appositamente per assistere al processo per omicidio volontario aggravato nei confronti di Katalin Erzsebet Bradacs. Secondo la Procura la donna ha colpito il piccolo Alex con ben 7 coltellate in diverse parti del corpo per poi mettere in scena l’incidente e presentarsi al supermercato con il corpicino senza vita del bambino.
L’omicidio è avvenuto in un rudere di Po’ Bandino, struttura all’epoca presa subito di mira dagli inquirenti che stavano lavorando al caso. L’ultima volta in cui i genitori di Alex si sono visti è stato due anni fa in un Tribunale in Ungheria, prima del delitto, per un’udienza che avrebbe stabilito a chi sarebbe stato affidato il bambino.
I giudici decisero al padre ma già la donna aveva organizzato la fuga in Italia con Alex.
Ascoltato in queste ore dai giudici ha raccontato che dopo la fuga, ha cercato di convincere la compagna a tornare e riportare indietro il piccolo, lei allora gli ha risposto che l’avrebbe fatto solo se poteva continuare a vederlo. Tuttavia nel viaggio verso l’Ungheria, ha attraversato diverse regioni italiane per poi decidere di ucciderlo, in Umbria.
Addirittura l’uomo ha ricevuto delle foto sul cellulare dopo l’omicidio, le quali ritraevano il corpo del bambino straziato dalle coltellate.
Sembra che tutto ciò sia stato premeditato dalla donna poiché non accettava la decisione dei giudici per quanto riguarda l’affidamento. Durante le ultime udienze sono stati ricostruiti i movimenti effettuati da Bradacs quel fatidico giorno, compresi i vari tentativi di occultare la verità e durante le parole dell’ex compagno, ha dato in escandescenza ed è stata espulsa.