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Ucciso orso Scarface a Yellowstone: caccia al colpevole

Era un duro proprio come l’omonimo gangster interpretato sullo schermo da Al Pacino, ma un proiettile ha spezzato per sempre la sua vita, nonostante fosse il simbolo del parco nazionale di Yellowstone: lo scorso novembre hanno ucciso l’orso Scarface, ma soltanto da pochi giorni è arrivata la conferma ufficiale della morte di questo esemplare di grizzly, così soprannominato per le cicatrici sul muso che si era procurato lottando con altri maschi della sua specie, da parte del dipartimento di salvaguardia della fauna del Montana. E la sua vicenda pare avere inquietanti similitudini con quella del leone Cecil ucciso in Zimbabwe da cacciatori di frodo: pare certo che anche l’orso sia stato ucciso da qualche amante delle doppiette, ma ancora non se ne conosce l’identikit. La caccia al colpevole è aperta.

Il nome ufficiale di Scarface era ‘Nr. 211’, ed era uno dei numerosi orsi presenti nella riserva naturale, diventando ben presto un’icona della preservazione della specie: l’orso è stato ucciso appena fuori dal parco, ma in tutta l’area vigono regole severe che impediscono di cacciare i grizzly, si può sparare solo per difesa personale oppure si può chiedere al governo di intervenire in caso di minaccia agli allevamenti vicini. Tutta la dinamica dell’uccisione fa invece supporre che si tratti di un vero e proprio abbattimento, in sprezzo alla legge oltre che al buon senso, da parte di un bracconiere. Tuttavia se per il leone Cecil si è riusciti a trovare con una certa celerità il responsabile, un dentista statunitense che ha passato la sua bella dose di guai dopo la rivelazione, al momento non vi sono tracce sull’identità del cacciatore che ha sparato contro Scarface senza pietà. Anche per questo il web si sta mobilitando, affinché la sua morte, che rischiava di passare sotto silenzio, possa ricevere un po’ di giustizia scoprendo il colpevole.

L’orso era divenuto un simbolo anche per la veneranda età raggiunta, 25 anni, che soltanto il 5 per cento dei grizzly riesce a raggiungere. Negli anni aveva accumulato acciacchi, era passato da 272 chilogrammi a 150, anche per la difficoltà nel trovare cibo: un combattente vero, che solo un cacciatore senza scrupoli poteva abbattere sul suo territorio in questa maniera. In America i grizzly sono protetti dal 1975, ma come accaduto anche in Italia, negli ultimi tempi con la popolazione della specie in aumento si è tornato a parlare di abbattimenti per timori di un’impossibile tolleranza: chissà che il vile assassinio di Scarface non dia invece inizio ad una nuova battaglia per la conservazione della specie. Anche per questo, affinché la sua morte non sia stata vana, la caccia al killer di Scarface si sta intensificando più di prima, per evitare che il rapporto tra uomo e fauna selvatica faccia passi indietro invece che avanti, in nome di una necessaria convivenza.

Foto di rwarrin

Giulio Ragni

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