La guerra non è solo una lotta, un conflitto fra due o più nazioni per l’ottenimento di qualcosa. È anche e soprattutto distruzione, morte, in particolare di civili, di soldati e di coloro che la guerra la stanno raccontando. I giornalisti, anche, sono fra le principali vittime.
In Ucraina si stima che siano 32 i giornalisti uccisi dall’inizio del conflitto. E tanti sono ancora in pericolo per adempiere al loro mestiere.
Sono passati più di 100 giorni, ormai, dall’inizio della guerra in Ucraina, da quando la Russia ha invaso il territorio dello stato ad essa confinante. Da quel momento, l’Europa ha perso il clima di pace che, in essa, durava da più di 70 anni, mettendo a rischio la vita di tantissime persone, civili e non, oltre che l’economia di un intero Continente.
Ad essere in pericolo è soprattutto la popolazione che, inerme, cerca di fuggire verso gli Stati vicini o altrove, attraverso i corridoi umanitari che vengono attivati dove e quanti più possibile. Ma c’è chi, invece, nelle zone di guerra e sotto i bombardamenti, ci resta e non sono solo i soldati. Loro sì, perché combattono chi per un ideale, chi per un altro, chi per la Russia, chi per l’Ucraina.
Ma ci sono anche i giornalisti e i reporter che sono lì per raccontare, per dare voce a chi, purtroppo, una voce non ce l’ha più. Ed anche loro non vengono risparmiati dalle bombe, né tantomeno dagli attacchi. Secondo una nota del Ministero della Cultura e della politica dell’informazione dello Stato Ucraino, dall’inizio del conflitto ad oggi, sono ben 32 i giornalisti che hanno perso la vita.
In molti penseranno che si tratta di soli giornalisti ucraini, ma non è così. Ci sono anche molti stranieri, arrivati lì per documentare e far conoscere al mondo intero gli orrori di una guerra che non accenna a finire.
Il primo giornalista ad essere ucciso (era il 26 febbraio, a pochissimi giorni dall’inizio della guerra) dai russi è stato un collega del settimanale “Around You”, che si chiamava Dealerbek Shakirov. Da lì, poi, la scia di sangue sui reporter non si è fermata, colpendo anche, come dicevamo gli stranieri.
La nota, diffusa attraverso Telegram, allega anche alcune parole del ministro della cultura ucraino, Tkachenko: “Abbiamo perso 32 giornalisti. In 8 anni di guerra ancora di più”. Parole che hanno un sapore amaro, se si pensa che sono uomini e donne he erano lì per raccontare una guerra assurda e per dare voce ai civili che chiedono solo che torni la Pace nel loro martoriato paese.
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