In Ucraina, alla vigilia del Kiev day, la festa nazionale nell’ultima domenica di maggio, sono stati annientati 52 droni, di fabbricazione iraniana, su 54 da parte dell’esercito di Zelensky.
I droni sarebbero stati lanciati dall’esercito di Putin il giorno prima che a Kiev si celebra l’anniversario della sua fondazione, avvenuta 1541 anni fa. La festa, ribattezzata Kiev day, è un momento in cui nella capitale vi sono fiere, concerti e mostre.
La guerra nello Stato dell’Ucraina continua senza sosta da oltre un anno. Il conflitto giunto al giorno numero 459, nelle ultime ore ha visto l’esercito di Zelensky abbattere 52 droni su 54, nel giorno prima del Kiev day, un giorno di festa nella capitale perché si celebra l’anniversario della sua fondazione, avvenuta 1541 anni fa.
In questa giornata infatti, a Kiev vi sono fiere, concerti e mostre. I droni in questione, di fabbricazione iraniana, sarebbero stati lanciati dai soldati di Putin. Secondo quanto riferito dall’Aeronautica militare ucraina, l’annientamento degli Shaded lanciati dalle regioni russe di Bryansk e Krasnodar, hanno dichiarato che l’attacco è stato effettuato a più riprese per circa 5 ore.
L’amministrazione militare, ha riferito di essersi trattato di uno degli attacchi aerei più importanti eseguiti dalla Russia dall’inizio del conflitto.
“Chiunque lavori con Mosca sarà bloccato dalle sanzioni. E la Russia perderà tutto, insieme a coloro che in qualche modo cercano di aiutarla con il terrore”.
Queste le parole del presidente Zelensky dopo l’abbattimento dei droni da parte del suo esercito.
Mentre nella capitale dell’Ucraina, alla vigilia del Kiev day, i soldati del Cremlino hanno lanciato dei droni di fabbricazione iraniana, preoccupano le condizioni di salute di Lukashenko, presidente della Bielorussia.
Secondo alcune fonti, si pensa possa essere stato vittima di un avvelenamento. A darne notizia, il suo oppositore Valery Tsepkalo, già candidato alla presidenza della Bielorussia, attraverso un post nel suo profilo Twitter.
“Lukashenko è stato trasportato d’urgenza al Moscow’s Central Clinical Hospital dopo il suo incontro a porte chiuse con Putin”.
Questo è quanto scrive l’ex ambasciatore negli Stati Uniti e marito di Veronika Tsepkalo, sottolineando il fatto che si tratti di informazioni preliminari in attesa di conferme. Al momento, quindi, l’ipotesi più accreditata è che il presidente della Bielorussia sia stato avvelenato dopo il suo incontro con Putin.
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