Era partito come volontario per combattere per la pace in Ucraina. Ma è stato ucciso proprio durante una battaglia. Si chiamava Benjamin Giorgio Galli ed era originario di Varese.
Il foreign fighter era italo – olandese ed aveva sposato la causa di Kiev ed era partito per difendere il territorio ucraino.
Un’idea chiara a soli 27 anni: quella di partire volontario con la Legione Internazionale per la difesa di Kiev e lì combattere contro l’esercito russo. Lo aspettavano a casa tornare da vincitore, ma è arrivata la tragica notizia e a darla è stato proprio suo padre.
Benjamin Giorgio Galli, questo era il nome del Foreign fighter italiano, è deceduto e a confermare la notizia è stato il padre del giovane, dando la notizia anche agli amici del ragazzo.
Aveva 27 anni ed era cresciuto, oltre che in Italia, anche in Belgio e in Olanda. Un Paese occupato in Europa e la sua voglia di partire per poter combattere e fare qualcosa per liberare quel territorio. Da qui, la sua decisione, già alcuni mesi dopo lo scoppio della guerra di partire come volontario nella Legione Internazionale di difesa dell’Ucraina. Benjamin era lì già da 7 mesi.
È la madre a raccontare il perché di questa scelta così radicale fatta da suo figlio, descrivendo che era estremamente convinto di ciò che stava andando a fare, consapevole anche dei pericoli e riuscendo a vincere anche le resistenze di sua madre stessa e anche di suo padre. Alla domanda del perché volesse partire, sua madre ha risposto: “Per difendere le donne e i bambini”.
Suo figlio non voleva essere un eroe, ma sentiva il dovere di proteggere le persone più fragili ed indifese. E, come raccontato da sua madre, non lo faceva per esser, poi, considerato un eroe.
La notizia della sua morte è stata data dal padre, Gabriel, il 13 settembre sui suoi profili social. Ora i suoi genitori sono in Ucraina e si trovano a 200 metri dall’ospedale dove, al momento, riposa il loro figlio. Ma non possono ancora vederlo. L’attesa dei documenti di autorizzazione, sia per dargli l’ultimo saluto che per riportarlo a casa, è lunga. Ma sono fiduciosi e sperano che, nel giro di pochi giorni, tutto si risolva.
Non è facile, specie in un Paese in guerra, poter organizzare anche il suo funerale, tanto che, come raccontano i suoi genitori, sono gli stessi commilitoni di Benjamin che stanno organizzando la scorta per il trasporto della sua salma al confine con la Polonia, dove sarà celebrata una breve funzione religiosa per dargli l’ultimo saluto.
L’estremo racconto della madre del giovane fa capire, anche, come il ragazzo fosse consapevole del pericolo di morte che poteva correre, ma era un eroe perché era riuscito a salvare già tante donne e tanti bambini, quale era stato il suo intento anche prima di partire.
Anche il comandante della Prima legione internazionale dell’esercito di difesa ucraino ha espresso il suo cordoglio per la morte del giovane italo – olandese, definendolo come colui che si è disimpegnato in modo egregio, specie sotto il fuoco nemico.
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