L’orrore della guerra in Ucraina è uno scrigno di storie atroci che si intrecciano dietro le quinte della sete di potere dei “grandi”. Una di queste riguarda Natalia e Yana, madre e figlia rimaste senza gambe a causa di un bombardamento. A prendersi cura di loro c’è l’altro figlio della donna, gemello 11enne della piccola che con lei ha perso gli arti inferiori.
Natalia e Yana sono state ferite, riporta l’Ansa, durante il bombardamento contro la stazione di Kramatorsk, in Ucraina, nel corso della guerra scatenata dall’invasione russa nel Paese dell’est Europa.
Madre e figlia hanno perso entrambe le gambe e la loro storia è diventata il simbolo del dolore e della speranza in un conflitto, quello tra Russia e Ucraina, che ha assunto contorni sempre più estesi e spaventosi dopo l’invasione ordinata da Vladimir Putin il 24 febbraio scorso.
Natalia è madre di due gemelli di 11 anni, Yaroslav e Yana, e quest’ultima è rimasta coinvolta con lei nel dramma del bombardamento avvenuto sulla stazione di Kramatorsk.
Insieme ai figli, quel giorno si sarebbe trovata lì per tentare di prendere un treno e partire alla volta di Leopoli, guadagnando così una via di salvezza a occidente mentre i russi lanciavano i loro missili a est.
Natalia e Yana sarebbero state ferite gravemente nell’inferno di sangue e paura provocato dal bombardamento che ha causato decine di vittime. Il piccolo Yaroslav è rimasto miracolosamente illeso e ora sostiene madre e sorellina durante il loro ricovero presso l’ospedale pediatrico di Leopoli.
“Quando ho aperto gli occhi tutto era coperto di sangue. Mia figlia non aveva più le gambe e io non riuscivo più ad alzarmi“.
È accaduto tutto in un istante, quando un missile Iskander lanciato sulla stazione della città ucraina, dove aspettavano un treno per fuggire insieme ad altre migliaia di persone, ha distrutto tutto. Compresi i sogni e i cuori di quanti sono morti quel giorno, l’8 aprile 2022.
59 morti, tra cui almeno 10 bambini, e centinaia di feriti in una delle pagine più atroci della guerra dopo il massacro di Bucha.
Il Cremlino ha negato una sua responsabilità nell’attacco e, al netto di quale sia l’identità della mano assassina che ha commesso l’orrendo crimine, resta solo dolore e quella finestra di coraggio che Natalia e i suoi due bimbi continuano a mantenere aperta sul mondo.
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