Qualche segnale di speranza sembra arrivare dall’Ucraina. Dopo l’entrata in vigore della tregua prevista dagli accordi di Minsk, i ribelli filorussi e le truppe di Kiev hanno iniziato le prima fasi del ritiro. I primi, secondo quanto riporta l’agenzia locale dei ribelli Dan-news citando fonti del ministero della Difesa dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, hanno iniziato a ritirare le armi pesanti dalle aree più tranquille nel Donbass. Anche i soldati ucraini hanno cominciato a rititarsi da Debaltsevo. Secondo i giornalisti ucraini sul posto e come dichiarato da Semen Semenchenko, deputato che guida il battaglione Donbass, le truppe si starebbero dirigendo ad Artemivsk, a circa 40 km dallo snodo strategico circondato dalle milizie filorusse. Da quanto raccontato da una giornalista della tv ucraina indipendente Hromadske, la città sarebbe però ancora sotto le bombe e non ci sarebbe un corridoio sicuro per le truppe e i civili.
Si tratta, se confermato, di un primo passo verso quella tregua prevista dagli accordi di Minsk che doveva iniziare domenica 15 febbraio. Scontri e combattimenti sono però continuati nell’est del Paese e potrebbero continuare senza sosta anche nei giorni successivi. I colloqui tra Barack Obama, il presidente ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno portato alla treuga, ma poco prima dell’entrata in vigore si sono contati centinaia di nuovi attacchi con vittime e feriti. ‘La città è in fiamme’, aveva scritto su Facebook, il capo del dipartimento del ministero dell’Interno per la regione di Donetsk, Vyacheslav Abroskin.
Kiev è stata chiara: ‘Se in Ucraina non si arriverà alla pace sarà introdotta la legge marziale in tutto il Paese‘. Intanto nella mattinata di sabato 14 febbraio 2015, tre mine sono esplose in nella piazza centrale di Donetsk. A poche centinaia di metri di distanza, nel Park Inn Hotel, il capo della autoproclamata Repubblica Indipendente, Oleksandr Zakharchenko stava per tenere una conferenza stampa: due le vittime accertate.
Putin, Poroshenko, Hollande e Merkel, summit per scongiurare la guerra
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Vladimir Putin, Petro Poroshenko, Francois Hollande e Angela Merkel si sono incontrati per i negoziati in vista della costruzione di un nuovo piano di pace per il Donbass. Se per Federica Mogherini, in Ucraina ‘non c’è alternativa a una soluzione diplomatica‘, è il presidente francese Francois Hollande a dire le cose come stanno, senza giri di parole ‘Senza un accordo, l’unico scenario è la guerra‘. La prima conference call di domenica 8 febbraio tra il leader del Cremlino, il presidente ucraino, la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese non è bastata a rendere utili questi negoziati.
In sostanza Kiev e l’occidente accusano Mosca di sostenere la ribellione filorussa nell’est dell’Ucraina e di fornire armi e combattenti. Mosca nega le accuse. Putin ha ribadito che le sanzioni occidentali imposte alla Russia come rappresaglia per il suo ruolo nel conflitto ucraino non funzioneranno.
L’intervento europeo
Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, intervenuta alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera, ha spiegato che in Ucraina non c’è alternativa a una soluzione diplomatica: ‘Non sappiamo se questi sforzi avranno successo, ma abbiamo l’obbligo di provare‘, ha aggiunto, in merito all’iniziativa lanciata da Angela Merkel e François Hollade, che la stessa cancelliera tedesca ha commentato con scetticismo: ‘E’ incerto che i colloqui abbiano avuto successo. Dopo la delusione di Minsk, non è possibile dare garanzie su quello che fa Putin‘, ha concluso. La risposta europea alla crisi, ha spiegato Mogherini, è stata agire come mediatori e fare pressione economica alla Russia, mantenendo al tempo stesso una linea di appoggio finanziario a Kiev. L’Ue ha già dato assistenza macroeconomica all’Ucraina per 1.800 milioni di euro, ma è necessario molto di più, ha ribadito Mogherini.
Gli Usa appoggiano Kiev
Gli Stati Uniti continueranno a fornire assistenza sulla sicurezza all’Ucraina, non per incoraggiare la guerra ma per aiutare Kiev a difendersi. In questo modo si è espresso il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel suo intervento alla conferenza sulla sicurezza a Monaco. Biden ha detto che Washington vuole una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina, ma ha aggiunto che Kiev ha diritto di difendersi dalla Russia e che gli Stati Uniti le daranno i mezzi per farlo. Il presidente degli Stati Uniti, d’altronde, era stato chiaro: ‘La Russia ha violato tutti gli accordi‘. Per questo, gli USA hanno fatto sapere di valutare l’invio di armi se la diplomazia fallisce.
Le dichiarazioni di Putin sull’Ordine Mondiale
Il presidente Vladimir Putin si è affrettato a dire che la Russia non ha in programma di fare guerra a nessuno, anche se un ordine mondiale nel quale un leader dice agli altri cosa possono fare non va bene a Mosca: ‘C’è chiaramente un tentativo di frenare il nostro sviluppo con mezzi diversi. C’è un tentativo di congelare l’ordine mondiale esistente…con un leader incontestabile che vuole rimanere tale, pensando che gli sia permesso tutto, mentre agli altri è permesso solo quello che lui permette e che è nei suoi interessi‘, ha detto Putin. ‘Questo ordine mondiale non andrà mai bene alla Russia. Tuttavia non faremo la guerra a nessuno, collaboreremo con tutti‘, ha aggiunto il presidente russo durante un incontro con i sindacati nella città di Sochi. ‘La Russia è veramente interessata a risolvere la questione ucraina‘. Parole che però sembrano cozzare con le notizie che giungono dai confini russo-ucraini. Secondo l’agenzia Interfax, circa 2mila soldati russi hanno dato il via alle esercitazioni militari nel sud-ovest del Paese e oltre 600 militari della Flotta del Mar Nero, come riferisce Ria Novosti, hanno iniziato a muoversi nella penisola di Crimea, strappata all’Ucraina nel marzo scorso.
Petro Poroshenko: crisi senza soluzione
Il presidente Petro Poroshenko sostiene che la crisi in Ucraina rimarrà senza soluzione se Kiev non riceverà sostegno politico, economico e militare dagli alleati in Europa e altrove. Nel suo intervento alla conferenza sulla sicurezza a Monaco il presidente ha mostrato i passaporti rossi dei soldati russi che, ha detto, sono stati trovati sul territorio ucraino, definendoli ‘la prova migliore’ della presenza di soldati stranieri nel suo Paese. ‘La questione ucraina rimarrà irrisolta finché le popolazioni e i politici in Europa e il mondo intero non daranno sostegno pratico solido per l’indipendenza degli ucraini – politicamente, economicamente ma anche militarmente. Nel corso della nostra offensiva abbiamo dimostrato di essere responsabili e non useremo gli equipaggiamenti difensivi per attaccare‘, ha concluso il presidente di Kiev.
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