Un alto edificio è stato colpito a Kiev da un raid missilistico russo. Esplosioni anche a Leopoli e Kharkiv: lo riferiscono le autorità locali.
Zelensky suggerisce i temi cruciali per la fine del conflitto e per la pace da parte dell’Ucraina, con al primo posto la sicurezza nucleare e quella alimentare. Attuazione della Carta Nazioni Unite e il rilascio dei tutti i prigionieri. Continuano i raid missilistici in alcuni centri del Paese attaccato: Mosca commenta risarcimento Onu per i danni inflitti a Kiev.
Lo scorso 13 ottobre c’erano stati massicci bombardamenti nella zona orientale di Nikopol, e anche due vittime tra i civili. Continuano gli attacchi di Mosca in Ucraina, nella giornata di oggi, con raid missilistici nella capitale. A Kiev, secondo quanto riferito dalle autorità locali, colpito un edificio a più piani, mentre i vertici suggeriscono alla popolazione di spostarsi nei rifugi. E’ stato il sindaco Vitali Klitschko ad aggiornare sulla situazione.
Il capo dell’ufficio del presidente ha commentato tali attacchi, arrivati anche in altre città tra Leopoli e Kharkiv, come risposta di Putin al discorso al G20 di Zelensky. Il leader ucraino infatti aveva da poche ore parlato della possibilità della pace e delle condizioni dell’Ucraina per la risoluzione del conflitto, elencando 10 punti che il ministro degli esteri russo ha già commentato come “inadeguati e non realistici”.
“La Russia risponde al potente discorso di Zelensky al G20 con un nuovo attacco missilistico” scrive Andriy Yermak su Twitter.
Mentre Mosca continua a rispondere in maniera dura alla possibilità di sanzioni – proposte da parte dell’Onu per i danni inflitti all’Ucraina durante l’invasione – Zelensky durante il G20 ha proposto una lista di 10 punti per la risoluzione del conflitto in maniera pacifica.
Il leader ucraino ha proposto innanzitutto accordi per una sicurezza nucleare totale, seguono quella alimentare e quella energetica, messa a rischio durante la seconda fase della guerra.
Il quarto punto riguarda invece il rilascio di tutti i prigionieri e i deportati da parte dell’esercito russo, mentre al quinto troviamo l’attuazione della Carta delle Nazioni Unite, insieme al ripristino immediato dell’integrità del territorio ucraino e dell’ordine mondiale.
Segue la sesta sfida, quella del ritiro delle truppe russe e della fine degli attacchi e delle ostilità. Il settimo punto riguarda invece la giustizia, l’ottavo la necessità di preservare l’ambiente che il presidente ucraino chiama “ecocidio”, e ancora la prevenzione di un’escalation come nono punto trattato. Il decimo punto è dunque la fine del conflitto.
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