L’Ucraina riconquista la città di Balakliya. Intanto, è stato imposto il divieto di accesso dei russi da Polonia e paesi baltici.
L’Ucraina ha comunicato di aver riconquistato la città orientale di Balakliya. Secondo quanto riferito, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un video che mostra i soldati ucraini sul posto. Bloccato l’ingresso dei russi da Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.
L’Ucraina ha comunicato di aver riconquistato la città orientale di Balakliya che era sotto il controllo dei soldati russi. Le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva per riconquistare i territori persi dai russi dopo l’invasione di Mosca.
“Tutto è come dovrebbe essere. Una bandiera ucraina in una città ucraina libera sotto il cielo ucraino libero!“. Queste le parole utilizzate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social media.
Zelensky ha anche pubblicato un video che – secondo quanto riferito – mostrava soldati ucraini nella città di Balakliya che è stata assediata dai russi a partire dal mese di marzo 2022.
Secondo quanto sostengono i media, le forze ucraine avrebbero colpito oltre 400 obiettivi russi dei sistemi missilistici HIMARS forniti dagli Stati Uniti. La notizia è stata confermata dal generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti.
Valeriy Zaluzhnyi, comandante capo delle forze armate ucraine, ha ammesso che le truppe ucraine hanno attuato attacchi missilistici contro basi militari russe nella regione annessa della Crimea, inclusa la base aerea di Saki, nell’agosto di quest’anno.
Almeno una persona è stata dichiarata morta nell’attacco missilistico alla base aerea: nove aerei da guerra russi sarebbero stati distrutti. Secondo quanto riferito, i soldati avrebbero utilizzato la penisola come base principale per effettuare attacchi alle truppe ucraine.
Oltre a ciò, secondo quanto comunicato, è stato bloccato l’ingresso dei russi dai paesi baltici – Estonia, Lettonia e Lituania – nonché dalla Polonia.
Questi paesi, dunque, hanno optato per un “approccio comune” al fine di vietare l’accesso ai loro paesi per la maggior parte dei russi con visti dell’UE da fine mese di settembre.
Una dichiarazione congiunta dell’8 settembre di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia si fa riferimento a una crescente preoccupazione in merito a un “importante e crescente afflusso” di russi a seguito del conflitto.
Nella nota, si sottolinea inoltre che la mossa coordinata di tutti e quattro i paesi “non costituisce un divieto d’ingresso definitivo e le eccezioni legittime concordate di comune accordo rimarranno in vigore per i dissidenti, i casi umanitari” e per altre circostanze specifiche, comprese le missioni diplomatiche e i legami familiari.
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