Nuove accuse nei confronti della società Metà (Facebook), arrivate direttamente dall’Unione Europea.
Dopo l’indagine dello scorso anno, da Bruxelles arriva un’opinione ben precisa.
Facebook, l celebre piattaforma di micro- annunci, ma anche marketplace, sembra stia correndo grandi rischi.
Le norme antitrust iniziate dall’Unione Europea, sembra stiano per essere violate e ciò va a creare dei danni a tutti i concorrenti presenti sul mercato.
Questo è quanto emerso da un giudizio dato direttamente dall’Unione Europea, dell conclusioni ottenute attraverso un’indagini effettuata lo scorso anno nei confronti di Meta, ossia la società di Facebook.
In particolar modo, la Commissione si appella sul fatto che Meta lega il proprio servizio di annunci economici online al social personale.
A causa di tale situazione, l’Ue teme che Meta sia colpevole di imposizione in ambito di condizioni commerciali considerate sleali nei confronti degli altri concorrenti.
Insomma Facebook Marketplace è colpevole di creare delle determinate condizioni personali che possano portare vantaggio unicamente alla società Meta.
La Commissione Europea ha anche chiuso l’indagine effettuata sull’ipotetico accordo stipulato tra Google e Meta per i servizi di Display Advertising Online, ossia il cosiddetto accordo ‘Jedi Blue‘.
L’indagine era stata avviata da Bruxelles per poter scoprire se le due società avessero deciso di proposito di indebolire la concorrenza in modo di trarre vantaggio dalla situazione.
Google, non appena ha visto muovere delle accuse nei propri confronti, non ha potuto rimanere in silenzio.
In quell’occasione, la portavoce della società, ha dichiarato: “Si tratta di un accordo documentato pubblicamente e a favore della competizione, che consente a Facebook Audience Network (Fan) di partecipare al nostro programma Open Bidding, insieme a decine di altre società. L’obiettivo è aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori, così da aiutare gli editori ad aumentare i ricavi”.
Secondo la Commissione Europea, infatti, la società di Google e la società Meta, avevano di proposito indebolito e successivamente anche escluso, una tecnologia arrivata da parti concorrenti all’open bidding di Google dal mercato.
Con questo comportamento, le due società avrebbero violato le norme antitrust dall’Unione Europea.
Dopo aver valutato con attenzione ogni elemento in proprio possesso, tutte le prove pertinenti, tra cui anche le informazioni ricevute dalla stessa Google, da Meta e anche da altre società impegnate in questo settore, la commissione è potuta giungere ad una conclusione.
È quindi emerso che l’Unione Europea aveva mosso delle preoccupazioni inutili.
Per questo motivo si è deciso di chiudere l’indagine, anche se attualmente è in corso un’ulteriore indagine.
Stavolta si tratta del possibile abuso di posizione effettuato direttamente da Google, nell’ambito del settore pubblicitario europeo.
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