La Commissione europea ha dato il via libera alla seconda tranche. Per l’Italia altri 21 miliardi dal Pnrr: 10 in sovvenzioni e 11 in prestiti.
La richiesta era stata accettata lo scorso 27 settembre, da parte della Commissione europea che ha dato il via libera all’erogazione per quanto riguarda il Pnrr. Nel mese di dicembre si attende una commissione Ue in Italia, per una discussione con il nuovo governo su ulteriori possibili richieste.
Il pagamento della seconda tranche del piano nazionale di ripresa e resilienza ha avuto esito positivo. La Commissione Europea aveva già espresso la sua volontà di erogare i sostegni all’Italia nel settembre del 2022, dopo il piano approvato lo scorso giugno. Adesso l’Ue ha dato il via libera ai 21 miliardi per il nostro Paese.
Il denaro è stato suddiviso a metà, tra prestiti e sovvenzioni. Sono 10 i miliardi che verranno destinati alle sovvenzioni, e 11 ai prestiti. L’esito positivo da parte dell’Ue era arrivato dopo aver appurato il raggiungimento di alcuni step, tra cui 44 milestones e un target, e ancora 29 investimenti e 15 riforme completate nel primo semestre del 2022.
Dunque con l’ok della seconda rata, serviranno circa due mesi per l’esborso. In questo arco di tempo il Comitato economico finanziario dell’Ue, Ecofin, dovrà dare a sua volta il suo via libera in un iter che di solito prevede un massimo di 4 settimane di tempo. Dopo l’eventuale parere tecnico, Bruxelles potrà dunque erogare finalmente la seconda rata al nostro Paese.
Nel primo semestre di riferimento, le più importanti riforme hanno riguardato la sanità territoriale, le norme di appalti pubblici, e il sistema dell’istruzione. Investimenti comprendono anche le riqualificazioni dei territori, il rilancio dei borghi e del patrimonio culturale, e ancora nuove risorse nel campo della ricerca.
Dunque il prossimo mese una delegazione dell’Ue raggiungere l’Italia per parlare con il nuovo governo dei nuovi piani.
Il nuovo esecutivo dovrà mettersi al lavoro su 55 nuovi traguardi da conseguire entro la fine dell’anno, che porteranno poi all’erogazione da parte di Bruxelles della terza rata. Si tratta di ulteriori 19 miliardi di euro.
I tecnici della Commissione europea si scambieranno idee e opinioni con il governo di Giorgia Meloni, su ulteriori possibili richieste di integrazione del piano che come detto dovranno essere presentate entro il 2022.
Il presidente del Consiglio ha di recente visitato le sedi Ue, per provare a partire con il piede giusto, visti i non indifferenti attriti che – tra migranti e Mes – potrebbero minare la serenità delle trattative.
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