Umberto Bossi è stato condannato a 2 anni e 3 mesi di carcere per appropriazione indebita nell’ambito del processo “The Family” per aver usato i soldi pubblici del partito per spese personali. Condannati anche il figlio Renzo Bossi, detto il “Trota”, e l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, rispettivamente a un anno e 6 mesi e 2 anni e 6 mesi: il primogenito dell’ex Senatùr, Riccardo Bossi, era già stato condannato a un anno e otto mesi (circa 158mila il valore dei fondi contestati). Il tribunale di Milano ha riconosciuto l’ex leader leghista colpevole di appropriazione indebita, accogliendo la ricostruzione fatta dal pm Paolo Filippini secondo cui “sostenere i costi della sua famiglia” con il patrimonio della Lega sarebbe stato “un modo di agire consolidato e già concordato dal segretario federale”.
Il primo commento dalle parti del Carroccio è arrivato da Roberto Maroni, oggi a capo della Regione Lombardia, per anni al fianco di Bossi Senior per poi candidarsi come suo successore (fu lui dal palco di Bergamo nel 2012 a indire lo “scopa day” per far “pulizia” nella Lega, cedendo infine di fronte all’avanzata di Matteo Salvini).
“Mi spiace per Umberto, persona straordinaria. Mi spiace per lui, non per quelli che hanno sfruttato lui e la sua malattia in modo vergognoso“, si legge dal profilo Twitter del Presidente della Regione Lombardia.
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Le lacrime di Bossi dal palco e le scuse per aver trascinato il partito in una storia di fondi neri, diamanti in Tanzania, soldi pubblici usati come fossero propri per pagare ogni cosa, multe e lauree in Albania comprese, sembrano appartenere a un’altra era geologica.
In Aula di fronte al giudice Maria Luisa Balzarotti c’è solo Renzo Bossi e Belsito, non il Senatùr, da anni malato. La sentenza per il processo “The Family” (così chiamato dal nome scritto sulle cartelle dei documenti conservati dall’ex tesoriere) era quasi attesa per il Trota.
“Me l’aspettavo, è solo il primo grado, andremo avanti. Per una parte delle accuse sono stato assolto, altre sono diventate una tentata appropriazione. Ma servono le prove e non sono mai state portate in aula. Io non ho nulla da rimproverarmi“, ha dichiarato Bossi jr, oggi titolare di un’azienda agricola e lontano dalla politica.
Per lui le accuse riguardano 145mila euro sottratti dai soldi arrivati dai rimborsi elettorali (quindi pubblici), compresi 15mila euro di multe, tremila euro di assicurazione auto, 48mila euro per un’Audi A6 e 77mila euro per la famosa “laurea albanese“.
Cifre più altre per gli altri due condannati: secondo l’accusa, l’ex tesoriere della Lega si sarebbe appropriato di circa mezzo milione di euro tra il 2009 e il 2011, mentre Umberto Bossi avrebbe usato oltre 208mila euro per spese personali.
Per il Trota oggi la politica è lontana, anche se nel futuro “non è escluso niente“. La Lega, ammette, gli manca, quella degli inizi, “quando ho cominciato nelle sagre di paese attaccando i manifesti“, ma non sa se oggi la voterebbe a occhi chiusi perché “cinque anni fa c’era il federalismo, c’era un progetto, adesso devo vedere i programmi politici“.
“Sentenza ingiusta“, l’ha invece definita Belsito dopo la lettura del dispositivo del quale, ha aggiunto intende “vedere le motivazioni“.