Un albero, 365 giorni: lo spettacolo della natura ripreso da una telecamera nel parco Nazionale d’Abruzzo

Un albero, 365 lo spettacolo della natura ripreso da una telecamera nel parco Nazionale d'Abruzzo

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Una sorta di Grande Fratello ha registrato la vita che si alterna, di stagione in stagione, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un solo faggio è stato ripreso per un intero anno da una telecamera nascosta: quello che ci ha restituito è l’immensa bellezza della Natura e dell’alternarsi delle stagioni. Attraverso la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno, il piccolo occhio nascosto ha ripreso cervi, tassi, cinghiali, orsi, lupi e volpi mentre si avvicendano vicino a quell’unico faggio. Un progetto semplice e al tempo stesso spettacolare, che senza particolari artifici lascia lo spettatore letteralmente a bocca aperta.

L’albero protagonista di questo piccolo capolavoro è un faggio che appartiene alle faggete più antiche d’Europa e candidate dall’Unesco a Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

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Il progetto, chiamato Forestbeat, è nato dall’idea di due fotografi in collaborazione con il Parco con l’intento non solo di far conoscere la bellezza del Parco Nazionale degli Abruzzi al grande pubblico, ma anche per proteggerne la sua preziosità naturalistica. Nell’arco di due anni è stato raccolto moltissimo materiale audio, video e fotografico, in tutto 100 ‘beat’, ovvero 100 battiti di questa natura meravigliosa, che sono poi stati pubblicati sui profili Facebook e Instagram del Parco.

Il video che riprende per 365 giorni con una telecamera nascosta lo stesso faggio è l’ultimo ‘beat’ del progetto: ‘A noi gli alberi sembrano tutti uguali, ma in realtà per loro è una pagina scritta. Ognuno lascia sull’albero un messaggio attraverso gli odori. Per esempio una famiglia di lupi marchia il confine del suo territorio, un orso strofina il dorso per lasciare traccia del suo passaggio. E tutti, cervi, tassi, cinghiali, orsi, lupi, volpi si vanno a informare su cosa succede nel bosco’, hanno spiegato Bruno D’Amicis e Umberto Esposito, gli ideatori del progetto.

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