Un ex agente di Scotland Yard, David Carrick, è stato accusato di aver commesso diversi crimini, tra cui stupro, violenza sessuale, maltrattamenti. Questa scoperta si aggiunge ad un’altra, sempre molto recente, che riguarda un suo ex collega, Wayne Couzens, accusato di aver rapito e ucciso una donna. La situazione sta ormai precipitando.
Quando chi dovrebbe proteggerti in realtà si rivela il tuo aguzzino, la fiducia crolla irrimediabilmente. Questo è più o meno quello che è accaduto alle donne britanniche, che ormai hanno perso quasi del tutto la fiducia in Scotland Yard, dopo che un altro ex agente, David Carrick, ha confessato di aver commesso diversi reati.
C’è una nuvola su Scotland Yard, che sembra presagire un mega temporale, anzi forse una bufera vera e propria. Questa ha un nome e un cognome: David Carrick. 48enne, ex agente della polizia di Londra, l’uomo sarebbe dovuto essere – per definizione – simbolo di sicurezza, eppure è stato l’esatto opposto. Ci sono voluti esattamente 14 mesi, 300 testimoni e più di 3mila pagine di prove per ricostruire tutto quello che ha fatto, per dare un volto alle sue vittime, una definizione ai reati che ha commesso. Adesso il quadro della situazione è stato delineato e precisiamo subito che i suoi contorni sono più che loschi.
Ieri il processo a suo carico, che si è concluso in 12 minuti esatti: Carrick ha ammesso di essere colpevole di diversi capi d’accusa, di cui quattro casi di stupro. Sono 85 in totale i reati che ha commesso, 12 le donne che sono diventate sue vittime, tra violenze, molestie e maltrattamenti. Addirittura l’ex agente è stato definito dai media britannici uno dei peggiori molestatori della storia e già questo la dice lunga sul suo conto.
Queste consapevolezze, però, non bastano da sole per definire conclusa la faccenda e il fatto che lui debba scontare la sua pena non basta affatto per scrivere la parola fine sulla faccenda, perché questo non fa altro che sollevare nuovi interrogativi. Come ha potuto farla franca per tanti anni Carrick?
Probabilmente non troveremo mai una risposta precisa a questo quesito, ma se la trovassimo sarebbe quasi sicuramente la stessa che potremmo trovare alla domanda: come ha fatto a insabbiare per anni le prove anche Wayne Couzens, il suo collega della Metropolitan Police che solo un paio di anni fa rapì e uccise la Sarah Everard, nel parco di Clapham Common? Quello che lega i due casi è un nodo strettissimo, nel vero senso della parola. Da un lato, è il loro passato ad accomunarli – entrambi hanno lavorato anche nel Parlamento di britannico di Westminster, in qualità di scorta di leader politici e ministri – ma c’è da aggiungere che Carrick è stato scoperto proprio “grazie” a Couzens. Proprio lo shock scatenato dal brutale omicidio delle 33enne, infatti, ha fatto sì che la prima donna si facesse avanti e denunciasse.
Era ottobre del 2021, quindi è passato più di un anno ormai. Da allora, una serie di terribili scoperte ha scosso l’opinione pubblica (e non solo).
Proveniva dall’Hertfordshire la prima donna che ha deciso di spezzare quel silenzio troppo rumoroso che circondava l’ex agente. Il suo coraggio, poi, ha spinto altre donne a parlare e poi altre e altre ancora. Alla fine le voci sono diventate talmente numerose da diventare assordanti, tanto che anche il carnefice di tutto non è più potuto restare in silenzio e ha confessato.
Tutto sarebbe accaduto nell’arco di 17 anni (a partire dal 2003). I racconti parlano tutti di Tinder, usata come app di incontri per accalappiare le vittime, di violenza psicologica pianificata ad hoc per poter poi aprire la strada a quella fisica. E non solo, perché Carrick ha sempre sfruttato il suo status di agente per intimorire le vittime: con la sua pistola di servizio ha intimorito almeno 12 donne, poi schiavizzate, picchiate, violentate. C’è chi ha raccontato di essere stata chiusa in un armadio, chi di aver subito delle vere e proprie bestialità. Qualcuna ha detto che Carrick le avrebbe urinato addosso. Il filo conduttore è sempre e solo uno: la brutalità di quei gesti.
Anche prima di quell’anno – il 2003 ovviamente – pare che l’agente non fosse esattamente esente dall’aver compiuto peccati. Già mentre era nell’esercito la sua condotta non era eccellente e risalgono ai suoi primi anni in polizia – cioè tra il 2000 e il 2001 – le prime segnalazioni per molestie e minacce nei confronti di una sua ex partner. All’epoca, però, la polizia preferì non andare a fondo alla faccenda, lasciarla impunita. Ma, vedendo quello che è successo nei decenni successivi, quello è stato un errore assolutamente imperdonabile, perché chissà cosa sarebbe accaduto se già all’epoca qualcuno avesse fermato l’ex agente. Probabilmente non ci sarebbero state così tante vittime, ma nessuno potrà mai darci la certezza che sia davvero così.
In tutto ciò il nuovo commissario di Scotland Yard, Sir Mark Rowley, ha affermato: “Abbiamo fallito e deluso le donne, siamo sconvolti e disgustati. Chiediamo scusa. Ma ora dobbiamo rimediare”. Pare che voglia rivedere la posizione di ognuno dei suoi agenti, per capire chi far restare e chi cacciare.
Sono 45mila in totale gli agenti in servizio attualmente e il passato di tutti loro sarà esaminato dettagliatamente. Già adesso sappiamo che almeno 1071 poliziotti, solo nell’ultimo decennio, sono stati accusati di violenza sessuale e domestica. I casi in totale sarebbero 1633 e tutti dovranno essere passati al setaccio, perché chiunque sarà considerato potenzialmente pericoloso sarà licenziato e denunciato. Come scrive il Guardian, “la fiducia delle donne nella polizia potrà essere ripristinata?”. Chi lo sa.
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