La tensione in Medio Oriente è davvero altissima dopo che si è intensificato nuovamente l’odio tra israeliani e palestinesi. Nelle ultime due settimane si sono verificati attacchi reciproci, sanguinari, che hanno portato alla morte di cittadini innocenti. Gerusalemme è stata nuovamente protagonista di un attacco brutale che ha portato alla morte di un ragazzo e di un bambino.
L’attuale tensione delle tue nazioni preoccupa molto le autorità internazionali. Che stanno osservando e sono anche prontamente intervenute, come la delegazione statunitense, sul campo per placare gli animi e incontrare i leader palestinesi e israeliani per provare a trovare un punto di accordo che alleggerisca il nervosismo attuale.
Dopo che il nuovo governo di ultradestra capitanato da Netanyahu a iniziato il suo mandato è emerso immediatamente la volontà israeliana di portare avanti una politica focalizzata a combattere le milizie ribelli islamiche e durante i primi giorni del nuovo mandato è stato attuato un attacco vicino all’aeroporto di Damasco in Siria, ritenuta una zona a roccaforte dei ribelli. Dopodiché ci ha pensato il ministro della sicurezza interna Ben Gvir ha alzare il malcontento dato che ha deciso di sfidare le autorità islamiche, recandosi alla Spianata delle moschee dove, notoriamente, pregano gli islamici. Una provocazione che ha colpito nel segno e che ha generato astio e malcontento in quanto proiettata soltanto ad aizzare tensione.
Le autorità israeliane hanno anche avanzato una proposta di riforma giudiziaria che, in sostanza, priva l’Alta Corte Di Israele del potere imparziale avuto fino ad oggi e mette nelle mani dell’ambito politico anche uno degli organismi che è sempre stato al di sopra delle stesse istituzioni. Questo ha portato nervosismo popolare e centinaia di migliaia di persone si sono riversate per le strade di Tel Aviv a manifestare contro il nuovo governo e contro tutte le azioni intraprese ritenute, dall’opposizione di Lapid ma anche da gran parte del popolo inopportune per la crescita eil benessere della nazione.
Nonostante Netanyahu abbia ricevuto diverse ammonizioni e avvertimenti ha deciso di attuare un massiccio attacco il 26 gennaio al campo profughi di Jenin ed ha così innescato un meccanismo che, oltre ad avere ucciso nove palestinesi e distrutto case e gli averi di cittadini innocenti, ha portato ad un botta e risposta armato, che fa tornare alla mente guerriglia già viste in precedenza e che è necessario cercare di contenere in quanto poi esplodere un conflitto davvero distruttivo.
Dopo il primo attacco israeliano le milizie palestinesi hanno risposto e attaccato nella zona di Gerusalemme est. Prendendo di Kira prima una sinagoga uccidendo diversi israeliani e un sito di interesse archeologico dove hanno ferito un padre ed un figlio. Da quel momento si sono verificati attacchi continui, sia da parte delle forze di sicurezza israeliane che hanno attaccato un altro campo profughi e zone ritenute vasi strategiche delle milizie islamiche, sia da parte di palestinesi che hanno preso di mira il territorio israeliano con lancio di razzi, soprattutto dalla Striscia di Gaza comandata da Hamas, ma anche mediante attacchi improvvisi verso militari israeliani di pattuglia nelle zone occupate.
Una pericolosissima escalation che sta portando la morte di tantissimi cittadini innocenti e che rischia di sfociare in una guerra vera e propria che porterebbe il Medio Oriente ad una sofferenza estrema e a un impoverimento generale che porterebbe a condizioni di vita nettamente inferiori.
La paura delle autorità, che hanno accusato Israele di aver esagerato nel provocare la reazione dei gruppi islamici, è quella di una nuova infantida palestinese che potrebbe, ora, verificarsi per la voglia di vendetta.
Si è verificato nel pomeriggio di venerdì un attacco terroristico palestinese nel quartiere Ramot di Gerusalemme. L’attentato è stato attuato tramite l’utilizzo di un’auto che sei andata poi a schiantare contro alla una fermata dell’autobus e, nell’impatto, sono rimasti uccisi un bambino di sei anni e un ragazzo di 20. Altre cinque persone presenti alla fermata sono rimaste ferite ma non sono in pericolo di vita.
Le forze israeliane si sono mosse immediatamente ed hanno identificato il terrorista come Hossein Karaka, 31enne residente nel quartiere Isawiya, situato a Gerusalemme est.
Subito dopo l’accaduto il primo ministro Netanyahu ha voluto la rivolgere le proprie condoglianze alle famiglie delle tue giovanissime vittime. Oltre a ciò ha riferito di aver deciso di sigillare ed abbattere la casa dell’attentatore.
Ha specificato: “Ho condotto una valutazione della situazione della sicurezza e ho ordinato alle forze di sicurezza il rafforzamento, gli arresti effettuati e di agire immediatamente per sigillare la casa del terrorista e demolirla. La nostra risposta al terrorismo è colpirlo con tutte le nostre forze e rafforzare ancora di più la nostra presa sul nostro Paese. ”
Emerge che il terrorista è stato neutralizzato tramite l’intervento di un agente di polizia che si trovava fuori servizio in quel momento ma che ha avuto modo di arrivare immediatamente sulla scena e ha sparato all’attentatore.
Dovi Weinstern, membro della ZAKA, ha riferito in merito all’attentato: “Questa è una scena molto difficile, un terrorista che si è schiantato violentemente contro una stazione degli autobus dove c’erano molte famiglie. Quando sono arrivato lì ho visto molta commozione, immagini difficili di persone e bambini vestiti con abiti dello Shabbat sdraiati vicino alla stazione che soffrivano di gravi ferite, grida di aiuto da tutte le parti”.
Ha poi concluso sottolineando: “Ancora una volta abbiamo a che fare con un grave episodio di lesioni a persone innocenti, un brutale attacco venerdì pomeriggio contro civili che aspettavano alla fermata dell’autobus”.
Anche il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir e arrivato immediatamente sul luogo dell’attacco e ha riferito: “Non ci sono eventi più difficili di questi. Ringrazio il primo ministro per aver adottato la mia politica di sigillare la casa il più rapidamente possibile. Ho anche ordinato alla polizia posizionare posti di blocco intorno a Isawiya e fermare ogni veicolo, controllare ogni macchina”.
Il politico ha anche spiegato che avrebbe voluto attuare un blocco totale e completo del quartiere ma, a causa di motivazioni legali e vincoli burocratici, non gli è stato possibile.
L’esito di questo attacco ha provocato molta sofferenza e sembra, quasi, di rivivere momenti che sembravano ormai lontani e superati, ma che ora gettano nuovamente preoccupazione per una popolazione in balia di scontri politici, che vedono i cittadini di entrambi i paesi soffrire a causa di queste divergenze, che invece di essere smorzate vengono addirittura sostenuta e incitate da parte delle autorità statali.
Se si comincia ad attuare una politica di vendetta è inevitabile che si arriverà ad una guerra vera e propria, in quanto man mano che le reciproche contromosse procedono più una faccenda diventa seria e necessita di interventi internazionali, che sarebbero necessari ma che alimenteranno ancor di più i dissapori attuali.
Anche il capo di Stato di Israele Hergoz ha voluto manifestare la sua solidarietà e vicinanza alle famiglie dei giovani morti in questo attacco terroristico ed ha affermato: “Un momento prima dell’inizio dello Shabbat i nostri cuori soffrono di un dolore terribile dopo che uno spregevole terrorista ha ucciso un bambino e un giovane in un attacco di speronamento a Gerusalemme. Insieme a tutto il popolo di Israele, sento il dolore delle famiglie e prego per la guarigione dei feriti. Shabbat è un grido e la guarigione è vicina. Voglio rafforzare le forze di sicurezza che lavorano con determinazione per proteggere i cittadini di Israele. “
Moshe Lion, sindaco di Gerusalemme ha voluto immediatamente ringraziare le forze dell’ordine israeliane per essere accorsi immediatamente sul luogo dell’attentato e ha precisato: “Il cuore fa male di fronte agli spettacoli difficili. Uno spregevole terrorista prende la vita di bambini e adulti innocenti solo perché sono ebrei. Questo è un altro evento che indica ad un periodo di tensione che richiede vigilanza.”
Il Comune di Gerusalemme ha deciso dopo l’attacco di attuare nuove norme di sicurezza che vanno ad ampliare quelle già in atto e, soprattutto, la protezione dei luoghi di aggregamento come, per l’appunto, fermate dell’autobus e stazioni.
L’ambasciatore dell’Unione Europea In Israele a commentato l’attacco scrivendo sui social: “Inorridito e rattristato da un altro attacco terroristico a Gerusalemme est, che ha già ucciso un bambino di 6 anni e un giovane. L’UE condanna fermamente e inequivocabilmente il terrorismo. Il nostro le più sentite condoglianze ai familiari delle vittime e auguri di pronta guarigione ai feriti”.
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