Quella che stiamo per raccontare è la storia di un clochard che, umiliato con una tazzina di caffè, ha trovato un amico e un posto in cui ripararsi dalla tempesta. Una storia a lieto fine cominciata con le lacrime. Come un film americano. E infatti siamo negli Stati Uniti: New Jersey, non lontano da New York. Protagonisti: Ronald Leggatt, un bulletto, un gentiluomo e… YouTube.
Comincia tutto con un atto di bullismo ai tempi dei social network. Ronald viene avvicinato da un ragazzino che gli chiede se vuole 5 dollari. Il senzatetto sorride e ringrazia. Non sa ancora che il prezzo da pagare è una tazzina di caffè bollente in testa. Bisognoso di spiccioli, accetta comunque l’umiliazione. Il bullo non scherzava: gli versa addosso la bevanda e riprende la bravata con il cellulare. Dopo poche ore il video è già su YouTube e in pochi giorni ottiene migliaia di visualizzazioni e condivisioni di gente indignata.
Il filmato arriva alla polizia, che apre un’indagine, e sul pc di Ari Boyer. Il ragazzo, 34 anni, decide di cercare Ronald per offrirgli conforto e aiuto. Lo trova sul solito marciapiede, gli spiega come ha saputo della vicenda, gli offre un taglio di capelli e dei vestiti nuovi. Non solo: la tempesta Jonas incombe, l’East Coast sta per essere sommersa dalla neve, Ronald rischia la vita. E così gli offre soggiorno in un motel per ripararsi dal gelo.
“Questo è il giorno più bello della mia vita“, ha detto il senzatetto mentre usciva dal negozio del barbiere. A un altro giornalista (la storia nel frattempo era diventata un caso mediatico) ha raccontato che Ari era “il suo migliore amico” e che dopo anni si era sentito di nuovo un essere umano. Da qui è scattata la gara di solidarietà sul web, con un altro concittadino che ha creato una pagina di raccolta fondi. Il lieto fine si addolcisce ancora di più quando il bullo ritorna, stavolta a testa bassa e con la coda tra le gambe. Si scusa, gli offre venti dollari e gli fa un’altra proposta: per riparare il torto inflitto è disposto a versarsi da solo il caffè bollente in testa. Ronald rifiuta: pace fatta lo stesso.
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