C’è stato un caso di H5N1 in Cina, ovvero l’aviaria, che ha colpito una donna di 53 anni della provincia di Jiangsu.
Questa è risultata positiva all’influenza ma le sue condizioni non sono state rese note.
Torniamo a parlare dell’influenza aviaria perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito in queste ore di un caso in Cina, precisamente nella parte orientale del Paese.
La donna risultata positiva al virus ha 53 anni e vive nella provincia di Jiangsu, non sono chiare al momento le sue reali condizioni, quindi i suoi sintomi. Questi si sono sviluppati a partire dalla fine di gennaio dopo che è entrata in contatto con del pollame infetto. Poi ci sono stati degli esami che ne hanno confermato la positività all’inizio di febbraio.
In realtà non è il primo caso di influenza aviaria dell’ultimo periodo, infatti prima di questo c’è stato il contagio in Cambogia la settimana scorsa ma in quelle circostanze, la ragazzina di 11 anni che l’ha contratta è morta. Anche il padre di 49 anni ha contratto il virus ma al contrario della bambina si è negativizzato ed è stato dimesso dall’ospedale dove era ricoverato.
Ma cosa sappiamo dell’influenza aviaria? La circolazione del virus sta salendo anche in Italia, ad esempio nelle ultime settimane c’è stata una moria di gabbiani sul Lago di Garda.
Diffusa fra gli uccelli selvatici, come evidenziato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il virus sta colpendo nel nostro Paese al momento solo gli animali selvatici e il direttore di Unitalia ha rassicurato che non c’è nessun focolaio negli allevamenti, mentre ce ne sono circa 50 nei volatili, rapaci e anatidi in natura.
Comunque la vaccinazione per quelli di allevamento è già pronta all’uso per evitare qualsiasi danno correlato.
È importante monitorare e prevenire l’aviaria e osservando la mappa dei focolai si evince che il virus si sta diffondendo in particolar modo nelle zone limitrofe al Lago di Garda. Dopo l’ondata pandemica del 2021 i sistemi preventivi sono stati intensificati, infatti laddove venga accertato il contagio, gli animali vengono abbattuti e la vendita dei prodotti derivanti immediatamente sospesa, inoltre viene controllato l’allevamento in questione e le zone circostanti.
Fra le cause della propagazione del virus negli allevamenti, c’è la contaminazione tramite gli escrementi dei volatili selvatici.
Per quanto riguarda i sintomi nei polli, gli animali più soggetti, è importante per gli allevatori conoscere i principali per effettuare loro stessi attività di monitoraggio.
In particolare abbiamo atteggiamento letargico, tumefazioni alla testa, elevata mortalità senza apparenti cause, calo nella produzione di uova, che comunque risultano con guscio sottilissimo o addirittura assente.
Per quanto riguarda la sintomatologia nelle persone, l’aviaria si presenta con sintomi simili a quelli dell’influenza di stagione, quindi tosse, febbre, dolori articolari, diarrea, mal di gola e cefalea. Questi compaiono circa una settimana dopo l’esposizione.
Nei casi gravi l’aviaria provoca infezioni alle vie respiratorie, polmoniti e shock, sintomi che se trascurati degenerano rapidamente fino al decesso. È importante sapere tutto ciò per avvisare tempestivamente il proprio medico in caso compaiano condizioni simili.
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