Nel carcere di Terni è morto un detenuto a seguito di un incendio nella sua cella, la causa della morte sarebbe dovuta ad intossicazione da fumo causata dalle fiamme che lui stesso avrebbe appiccato.
A causa dell’incendio anche altri detenuti sono rimasti lievemente intossicati. La Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha detto: “Una tragedia annunciata”. Invano l’arrivo dei soccorsi, per l’uomo non c’è stato niente da fare.
Nella serata di ieri, 30 maggio 2023, un detenuto del carcere di Sabbione, che si trova a Terni, è morto dopo che lui stesso aveva appiccato un incendio all’interno della sua cella.
Il detenuto, secondo la prima ricostruzione dei fatti, ha appiccato l’incendio nella cella che si trova nella sezione G, settore “accoglienza”, rimanendo intossicato dal fumo.
L’uomo era un 35enne nordafricano che si trovava in carcere perché doveva rispondere di alcuni reati connessi agli stupefacenti. Sul luogo dell’incendio sono intervenuti i soccorsi che hanno tentato di salvarlo senza però riuscirci.
Anche altri detenuti presenti nella struttura e nelle vicinanze della cella in cui si è verificato l’incendio sono rimasti lievemente intossicati dal fumo.
Attualmente la polizia penitenziaria di Terni si occupa di eseguire le indagini su quanto avvenuto, dietro il coordinamento della procura della Repubblica.
Il segretario nazionale per l’Umbria della Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino, ha rilasciato alcune dichiarazioni a seguito della morte del detenuto.
“Siamo amareggiati e arrabbiati” e ha poi proseguito dicendo “Questa è una tragedia annunciata” ha poi considerato quanto avvenuto una conseguenza della sottovalutazione delle varie richieste e dei vari solleciti di intervento richiesti per il Sabbione che il Sappe ha fatto nei mesi precedenti.
“Un uomo che perde la vita durante la detenzione è sempre una sconfitta per lo Stato” , ha poi ribadito che la polizia penitenziaria ha fatto tutto il possibile per evitarlo.
Secondo quanto riportato da Fabrizio Bonino, l’uomo che è deceduto al carcere di Terni era uno straniero con evidenti problemi psichiatrici. L’uomo ha dato fuoco a tutto quello che era presente nella cella e in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalle fiamme che si sono scatenate nell’incendio.
Il denso fumo nero si è propagato non solo all’interno della cella ma anche all’esterno, sul luogo sono intervenuti immediatamente i poliziotti presenti e in servizio insieme a quelli di rinforzo giunti anche se liberi dal servizio.
I poliziotti sono riusciti ad intervenire rimanendo anche loro intossicati al causa del fumo, purtroppo però per il detenuto non c’è stato nulla da fare.
Da quanto riportato dal sindacalista le persone presenti al momento dei fatti hanno affermato che non c’erano state avvisaglie che l’uomo avrebbe potuto compiere un gesto simile.
Il detenuto era giunto in questo carcere perché assegnato dal Provveditorato regionale della Toscana, e solo due giorni fa aveva avuto un’udienza in Liguria.
Nella nota rilasciata dalla Sappe si evince che la tragedia è avvenuta in una situazione penitenziaria molto critica che viene denunciata da mesi e per cui nessuno ha adottato alcun tipo di intervento.
È stata poi avanzata la richiesta che i vertici dell’amministrazione penitenziaria della Toscana, a cui fa riferimento l’Umbria, si dimettano perché ritenuti incapaci nel dare soluzioni ai problemi che si manifestano nelle carceri umbre e che vengono manifestati dalla polizia penitenziaria che lavora al loro interno.
È stata poi fatta la richiesta che il Dap invii subito una visita ispettiva all’interno del Carcere di Terni.
Non è il primo episodio di violenza che si è manifestato in questo carcere negli ultimi giorni, già lo scorso lunedì un altro detenuto aveva aggredito un’infermiera che gli somministrava la terapia farmacologica.
La donna era stata colpita da un pugno e per questo era stata trasportata al pronto soccorso.
La salma del detenuto è stata messa a disposizione del pm Raffaele Pesiri per eseguire gli accertamenti necessari.
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