Sono ore di apprensione per la notizia del coinvolgimento di un inviato di Repubblica, rimasto ferito a Kherson.
La città dell’Ucraina meridionale è uno dei punti caldi del conflitto in Ucraina e in effetti il giornalista Corrado Zunino, firma storica del quotidiano italiano con sede a Roma, si trovava nel luogo proprio per i suoi reportage di guerra. È stato ferito dopo che l’auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita da un drone.
Viaggiava con un collaboratore a bordo di un’auto alle porte di Kherson Corrado Zunino, giornalista di Repubblica rimasto ferito in seguito all’attacco di un drone che si è schiantato proprio in quel tratto di strada.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto dichiarando che l’uomo è stato subito soccorso e ora si trova ricoverato all’ospedale civile della città, il suo fixer invece è morto.
Il caso del giornalista ferito gravemente alla spalla è seguito dall’Ambasciata italiana a Kiev e Tajani ha detto che c’è la piena collaborazione delle autorità ucraine. Intanto tutto il mondo giornalistico e non si stringe al direttore Molinari in questo momento così difficile in cui Zunino ma anche tanti altri reporter, stanno lavorando sul campo di battaglia per riportare in tempo reale le notizie di guerra.
Il sito di Repubblica ha riportato l’accaduto precisando che il giornalista, che lavora per il giornale romano dai primi anni Novanta, sta bene, brutte notizie invece per l’uomo che era con lui, Bogdan Bitik.
Stando alle notizie apprese finora i due sono stati vittime di un agguato di cecchini russi e purtroppo il collaboratore ha perso la vita lasciando moglie e figlio.
Corrado invece si è salvato ma traspare dalle sue parole, dette al telefono, tutto il terrore vissuto in pochi minuti:
“ci hanno colpito e ho visto bogdan a terra che non si muoveva. ho strisciato lontano e ho corso fin quando ho incontrato un civile in auto. ero pieno di sangue e mi ha accompagnato in ospedale. bogdan era un mio grande amico, sono distrutto dalla sua morte”.
I due reporter viaggiavano facendosi riconoscere come giornalisti, avevano infatti i giubbotti con la scritta “Press”.
Classe 1965, Corrado Zunino è un giornalista italiano che ha cominciato a scrivere per piccoli giornali locali della sua città, Genova, dove oltre alla redazione di articoli, correggeva bozze ed era archivista.
Nel 1989 firmò inchieste sulla Tangentopoli genovese e poi nel 1994 iniziò il suo lavoro per Repubblica, trasferendosi dalla iniziale sede genovese del quotidiano, a quella centrale dove lavorò come primo incarico per un’inchiesta giornalistica ribattezzata Affittopoli.
Fino al 2010 si è occupato della redazione sportiva seguendo il motomondiale nell’era di Valentino Rossi, la Coppa d’Africa e il Campionato europeo di calcio del 2008. Si è occupato poi di inchieste giudiziarie spaziando fra varie tematiche, poi nel 2016 ha seguito la cronaca del sisma dell’Italia centrale, che ha come simbolo la città di Amatrice. Nel 2017 invece ha seguito la tragedia di Rigopiano e nel 2019 le missioni false dell’ex ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.
Insomma un curriculum variegato e ricco di importanti lavori, sempre alla ricerca di una verità che talvolta può essere scomoda ma il giornalismo è fatto di questo: fatti concreti che devono aprire gli occhi su un qualcosa che si tenta di occultare il più possibile.
Lo sa bene Zunino, che dal giorno dopo dell’inizio della guerra in Ucraina è stato inviato in Ucraina per seguire la cronaca dell’invasione russa e fino al 5 aprile di quell’anno ha viaggiato per questo scopo in territori ostici come la Polonia, Kiev e Odessa.
Poi c’è stata una seconda missione di nuovo a Odessa ma anche nel Donbass, infine una terza che lo ha riportato a Kiev e Kharkiv. Nella quarta missione poi ha raccontato gli scontri fra Zelensky e il clero ortodosso legato al Patriarcato di Mosca.
Ha seguito il terremoto in Turchia e Siria poi di nuovo dopo questa breve parentesi è tornato a visitare i luoghi martoriati dalla guerra insieme al suo fixer. Entrambi sono rimasti coinvolti nell’esplosione del drone a Kherson e ora tutti, giornalisti e non, si stringono al dolore della redazione di Repubblica. Un marchio che ha plasmato profondamente Zunino e che lo ha portato a seguire vicende importanti e situazioni a volte anche molto pericolose. Agli auguri di pronta guarigione che stanno arrivando numerosi si aggiungono anche i nostri, forza Corrado!
Un pensiero anche al suo collaboratore, il cui corpo al momento è difficile da recuperare a causa della presenza dei cecchini che sono ancora sul posto. In realtà tutta l’Ucraina è un enorme campo di battaglia dove non si guarda in faccia a nessuno e non si risparmiano nemmeno coloro che fanno informazione.
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