In un campo militare a Mogadiscio, un kamikaze ha causato la morte di almeno 20 soldati. È avvenuto poco fa.
L’attacco suicida organizzato in un campo di addestramento militare Jaalle Siyad Military Academy nel paese africano è stato poi rivendicato da un gruppo di miliziani affiliati ad Al Qaeda. Messo a punto nei minimi dettagli, il gesto è stato progettato per colpire il più alto numero di soldai possibili, infatti l’uomo si è fatto esplodere durante l’addestramento dei militari.
È di almeno 20 morti il bilancio di un attacco di matrice terrorista a Mogadiscio, dove all’interno della base militare Jaalle Siyad Military Academy un uomo si è fatto esplodere durante una sessione di addestramento dei soldati.
Il gesto è stato rivendicato dai miliziani di Al Shabaab, affiliati ad Al Qaeda. La notizia dell’attentato in Somalia, è stata riportata dai media locali che hanno ripreso le parole di Ibrahim Moalimu, membro del parlamento del Paese. “Sono oltre 20 le persone rimaste uccise” ha detto ancora incredulo per il fatto che nessuno abbia capito cosa stesse accadendo e il kamikaze si è riuscito ad intrufolare nella base militare indisturbato e imbottito di esplosivo.
Una tragedia dai contorni ancora poco chiari e dal bilancio incerto, l’unico dato che sappiamo è appunto il numero dei morti. Si tratta di soldati addestrati a combattere il terrorismo e proprio per questo presi di mira in una delle basi militari più importanti dell’area, da coloro che cercano di fermare ogni giorno.
Secondo altre fonti i morti sarebbero molti di più, si parla di almeno 27 soldati e circa una sessantina sarebbero feriti e sottoposti alle dovute cure negli ospedali.
Una tragedia che ha fatto in pochi minuti il giro del web, avvenuto proprio all’inizio di una sessione di addestramento, momento in cui l’attentatore sapeva che ci sarebbe stata la massima concentrazione di militari nello stesso punto. Circa un mese fa, sempre a Mogadiscio, lo stesso gruppo terrorista colpì un hotel uccidendo 9 persone.
Il gruppo terroristico Al Shabaab di matrice islamista è attivo in Somalia dal 2006, anno della sua formazione. A formarlo sono specialmente militari etiopi, legati alla cellula di Al Qaeda. Dal 2012 gli Stati Uniti hanno posto delle taglie su numerosi capi del gruppo finanziato per la maggior parte dalle attività dei pirati somali e considerato un’organizzazione di matrice terroristica da numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali.
Come dicevamo, le azioni di questi terroristi non sono nuove a Mogadiscio, ad esempio a giugno c’è stato un attacco in un albergo che ha causato 9 vittime, fra cui 6 civili e 3 agenti delle forze dell’ordine che erano intervenuti per cercare di fermare i criminali.
Fino a quello di oggi, era l’ultimo di una serie di attacchi ravvicinati e sebbene i ribelli siano stati fermati dalle forze di sicurezza somale, il bilancio al Pearl Beach – questo il nome dell’hotel – è tragico. La struttura si trova nella capitale somala ed è stata colpita a poche ore di distanza da un altro episodio a sud di Mogadiscio, dove ci sono state 27 vittime fra cui dei bambini.
Partiamo proprio da quest’ultimo per ricostruire la cronologia degli attacchi. Era il 9 giugno quando l’esplosione di alcuni ordigni ha causato la morte di 27 persone, fra cui due bambini. È accaduto a 120 chilometri a sud della città e subito i sospetti sono ricaduti sul gruppo di jihadisti che a meno di 24 ore ha colpito l’hotel nel centro cittadino, famoso perché è un luogo di soggiorno dei deputati del parlamento somalo.
Al Shabaab conduce da circa 15 anni una cruenta guerra contro il governo, attaccando in particolar modo le basi militari e i depositi di armi e munizioni – successe anche a maggio in una base vicina a Qoryoley – ma anche come abbiamo visto, i luoghi dove affluiscono i politici del Paese.
L’attacco sferrato al Pearl Beach è stato rivendicato, proprio come quello di poche ore fa. Sono stati momenti di panico in cui gli attentatori hanno ferito 10 persone, mentre 84 sono state salvate dalle forze dell’ordine e trasferite negli ospedali. Il bilancio però è tragico, infatti tre agenti e sei civili sono rimasti uccisi.
Il tutto è durato 6 ore e i terroristi che hanno compiuto il gesto erano 7, tutti “neutralizzati”. Questi, hanno tenuto in ostaggio diversi presenti per ore, seminando panico e paura fin quando, non con poche difficoltà, la situazione è rientrata.
Però il Paese resta in allerta perché in questi mesi come abbiamo visto, gli atti violenti si stanno intensificando e sebbene gli obiettivi non siano i civili, queste persone non si fanno scrupoli a coinvolgerli, prenderli in ostaggio o sacrificarli per la loro causa.
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