Il Nord Europa viene sovente indicato come esempio di progresso civile in molti ambiti e settori, ed anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale è lecito affermare che offra modelli esemplificativi riguardo quale direzione intraprendere per raggiungere un modello di città sostenibile. Efficiente dal punto di vista energetico e in grado di ridurre al minimo l’impatto ambientale: è il caso di Hammarby in Svezia, che a sud di Stoccolma, a circa 20 minuti di autobus, offre prospettive nuove ed orizzonti inediti riguardo uno sviluppo di città ecologicamente sostenibile nel prossimo futuro.
La città sorge sulle rive di un lago, e proprio l’acqua è l’elemento peculiare su cui poggia il progetto Hammarby, essendo questo elemento la principale fonte di energia di questa località. Nata riconvertendo un luogo un tempo destinato ad uso industriale in aree residenziali immerse nel verde, evitando di consumare ulteriormente suolo: in questo luogo paradisiaco le emissioni inquinanti si sono ridotte del 50 per cento rispetto ai quartieri costruiti intorno alla capitale svedese negli anni Novanta, dando vita ad una città ecologica sotto ogni punto di vista.
La grande novità di Hammarby è che l’intero ciclo energetico poggia su metodi eco-friendly, a cominciare appunto dallo sfruttamento di una fonte pulita e rinnovabile come l’acqua, che viene raccolta dal lago Mälaren e successivamente trattata in appositi impianti dove viene filtrata e resa potabile prima di essere trasportata nelle case, interamente costruite con materiali di bioedilizia, tra l’altro. E l’acqua di scarto? Una volta separata da eventuali rifiuti solidi viene trasportata in un impianto specifico deputato alla sua depurazione, e infine viene rimessa in mare, chiudendo il ciclo.
Ma tale ciclo energetico si fonda su altri assi molto importanti: l’energia viene infatti prodotta in maniera totalmente pulita dai rifiuti urbani, alcuni scaricati in cisterne dove i liquami vengono trattati e trasformati in biogas riutilizzato in ambito domestico, mentre quelli più solidi vengono trasformati in concime per gli orti presenti all’interno degli edifici. Non mancano poi fonti energetiche rinnovabili consolidate, come i pannelli solari presenti sui tetti delle abitazioni e una centrale idroelettrica. Per quanto riguarda il riscaldamento, una metà circa deriva dai rifiuti domestici non riciclabili che vengono separati e portati al locale inceneritore, e il restante dalla combustione di olio biologico e dall’energia idrica prodotta dalle acque di scarico. In parole povere un sistema di riciclaggio a circuito chiuso in cui gli stessi abitanti del luogo contribuiscono per metà al sistema energetico producendo rifiuti.
Il ciclo ecologico su cui si fonda Hammarby coinvolge l’intera vita residenziale, introducendo il concetto di sostenibilità ad ogni livello, che genera un nuovo stile di vita radicalmente alternativo a quello di una normale città: ed ecco che ad esempio gli orti dei giardini provvedono alla produzione di cibo biologico, mentre la mobilità si fonda su un sistema di trasporto pubblico veloce ed efficiente, con numerose piste ciclabili che disincentivano l’uso dell’automobile, laddove in ogni caso verrebbero certamente utilizzati modelli ibridi e a basse emissioni che rappresentano ormai la nuova frontiera della mobilità privata, come ad esempio la Hyundai Ioniq, la prima vettura al mondo ad avere tre declinazioni differenti in un unico corpo vettura: ibrida, ibrida plug-in e 100% elettrica, quest’ultima versione con un motore appositamente sviluppato, mentre nella versioni Hybrid e Plug-in, ossia ricaricabile con la spina e con la possibilità di fare 50 km in puro elettrico, la vettura monta un motore 1.6 GDi a benzina abbinato al motore elettrico.
I lavori a questo quartiere satellite di Stoccolma si sono conclusi nel 2012, ospitando circa 20mila abitanti più altri 10mila che vi si recano a lavorare negli uffici e i negozi presenti, il tutto su una superficie di circa 200mila metri quadrati. Hammarby è un esempio riuscito di città sostenibile, non solo autosufficiente dal punto di vista energetico, ma in grado di mostrare una nuova direzione nel concepire la vita quotidiana in una realtà urbana, compatibile con l’ambiente e la natura, in maniera concreta e non utopistica.
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