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Ambiente

Un orso polare entra in un villaggio e uccide una donna e un ragazzino

Un orso polare ha attaccato e ucciso una donna e un ragazzino a Wales, un villaggio sulla costa occidentale dell’Alaska. Non è la prima volta che accade una cosa del genere: la colpa è del cambiamento climatico.

Orso polare – Nanopress.it

Se un orso polare riesce ad allontanarsi dal suo habitat naturale, avvicinarsi a un villaggio, attaccare i residenti, aggredirli e uccidere addirittura delle persone, la colpa è implicitamente dell’uomo. Sì, perché è l’essere umano ad aver reso i cambiamenti climatici un argomento così delicato, importante e problematico, è l’essere umano ad essere stato per anni inerme davanti al Pianeta che si sta deteriorando sempre di più ed è sempre l’essere umano a continuare a non fare nulla di concreto perché la situazione cambi (con le dovute eccezioni ovviamente). Paradossalmente gli animali – orso polare compreso – pagano solo le conseguenze dell’azione dell’uomo, tanto che molte specie – anche questa volta, orso polare compreso – sono considerate ad oggi a rischio estinzione. Certo, ovviamente alla fine a rimetterci (nel vero senso della parola) sono state persone innocenti, sia chiaro, ma il concetto alla base è che molto probabilmente chi avrebbe potuto impedire che perdessero la vita e avrebbe potuto prevenire il problema dell’intromissione degli orsi polari nelle comunità abitate è proprio l’uomo.

Un orso polare ha aggredito e ucciso due persone

Non sarebbe mai dovuto succedere, eppure è successo: un orso polare ha ucciso una donna e un bambino, all’interno di un villaggio isolato in Alaska. A dare la notizia è stata la Alaska State Troopers, l’agenzia di polizia dello Stato Usa dell’Alaska e ovviamente tantissime persone si sono fatte prendere dallo sgomento non appena sono venute a conoscenza dell’accaduto.

Tutto è successo a Wales, un villaggio sulla costa occidentale dello Stato, poco più di 160 chilometri a nord-ovest di Nome, che conta circa 150 persone. Ma questa non è la prima volta che in Alaska accade una cosa del genere, nonostante – ed è doveroso precisarlo – questi attacchi siano comunque abbastanza rari.

Il primo risale al 1990, in realtà abbastanza lontano dal villaggio, più a Nord, a Point Lay: all’epoca un orso polare uccise un uomo. Allora l’Anchorage Daily News scrisse che l’animale mostrava segni di fame e verosimilmente fu questo il motivo per cui attaccò, ma in quel periodo storico i cambiamenti climatici, l’ambiente e la sostenibilità costituivano un problema decisamente meno grave rispetto ad oggi (e comunque se ne discuteva anche molto meno, probabilmente anche perché c’era una minore conoscenza su questo tema), ma oggi sappiamo che questo gioca un ruolo fondamentale in vicende come questa.

Circa tre anni fa – nel 2019 precisamente – gli scienziati del Servizio geologico degli Stati Uniti fecero una scoperta che, almeno in parte, spiega, giustifica e ci fa comprendere meglio il motivo alla base di eventi pericolosi come questo. Pare, infatti, che i cambiamenti nel ghiaccio marino siano coincisi (non a caso) con lo spostamento da parte degli orsi polari sulla terraferma, cosa che ovviamente a sua volta rende molto più facile che uno di loro si trovi faccia a faccia con l’essere umano.

Basti pensare che, solo pochi mesi fa, uno studio pubblicato sulla rivista Oryx aveva rivelato che diversi orsi polari erano costretti a saccheggiare città e discariche per nutrirsi, cosa che ovviamente rendeva sempre più diffuse le interazioni uomo-orso. Questo fenomeno chiaramente non riguarda solo l’Alaska, perché – per citare alcuni esempi – nel 2019 in Russia alcuni animali avevano invaso le discariche di due villaggi artici: a Belushya Guba erano arrivati 52 orsi bianchi, mentre nel villaggio di Ryrkaypiy ne erano arrivati addirittura 60. Allo stesso modo, in Canada, invece, due orsi erano stati trovati vicini agli insediamenti umani e abbattuti.

Del resto, pare che questi animali siano disposti a fare anche molta strada per nutrirsi quando sentono l’odore del cibo e, non appena trovano una fonte di approvvigionamento, tendono a tornarvi spesso, cosa che non dovrebbe essere sottovalutata, perché potrebbe voler dire che dove si trova un orso, se ne potrebbero trovare altri (oppure si potrebbe trovare sempre lo stesso in momenti diversi, come accaduto nel succitato villaggio di Ryrkaypiy, in cui in pratica gli orsi si sono impadroniti delle discariche per settimane addirittura).

Orso polare – Nanopress.it

Ma cos’è accaduto esattamente in Alaska? Come abbiamo anticipato, le notizie che abbiamo arrivato dall’Alaska State Troopers e ci dicono quale dovrebbe essere stata la dinamica dell’incidente (se così possiamo chiamarlo).

Ecco cos’è accaduto

Pare che, stando alle dichiarazioni della polizia, nel villaggio di Wales sia arrivato un orso polare e abbia iniziato ad aggredire diversi residenti. Come riporta l’emittente KTUU, le autorità avrebbero ricevuto le prime segnalazioni intorno alle 14:30 (ora locale) di martedì: l’animale sarebbe riuscito a entrare nella comunità e abbia iniziato a seguire diversi abitanti del posto.

Infine, avrebbe attacco una donna e un ragazzino e ne avrebbe causato il decesso, per poi essere ucciso a sua volta da un residente. Ad oggi i nomi delle vittime non sono stati ancora resi noti, ma quello che sappiamo è che le autorità hanno intenzione di recarsi nell’area in cui l’attacco è avvenuto non appena le condizioni meteorologiche lo consentiranno.

Come abbiamo anticipato, tutto questo probabilmente si sarebbe potuto evitare, se solo l’uomo fosse stato capace di prevenire il problema del cambiamento climatico, avesse saputo preservare l’ambiente, tutelare il Pianeta che lo ospita. Una cosa è certa: contro la natura non potremo mai uscire vincitori, perché ha armi che noi non abbiamo e non avremo mai.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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