La storia di Andrea e suo figlio Jacopo, morto improvvisamente all’età di 10 anni per un arresto cardiaco, è una di quelle che fa scoppiare la rete di like e condivisioni ed è capace di ridare speranza a chi credeva di averla perduta per sempre. Andrea ha sempre lottato perché suo figlio potesse vivere al meglio nonostante la cardiomiopatia diagnosticata all’età di 3 anni, ora che se n’è andato ‘dall’altra parte dell’infinito’, lotta perché possa vivere in mezzo a noi sotto un’altra veste, quella imperitura dell’amore puro. Ogni notte scrive una lettera a suo figlio e poi la pubblica su Facebook e su un blog, #PapoSuperHero, creato apposta per raccogliere tutto l’amore che ruota intorno a Papo. Di lui ha parlato persino Jacopo Fo, nel suo saluto al funerale di Dario Fo: ‘Mi piace pensare che mia mamma e mio papà adesso sono lì insieme a Papo e si fanno delle gran risate’.
Andrea ha sempre vissuto una vita apparentemente ‘normale’, che in realtà, nasconde quel pizzico di follia capace di rendere ogni cosa quotidiana, straordinaria. Il meglio di sé l’ha dimostrato con la sua famiglia, composta da Nicoletta, sua compagna da 18 anni, Carlotta, la figlia detta Totta, e il figlio Jacopo, affettuosamente detto Papo.
La vita di Papo è stata tumultuosa sin dall’inizio: è nato in arresto cardiaco, tuttavia, dopo lo shock iniziale, la situazione si è normalizzata grazie ai controlli periodici semestrali. Purtroppo però, quando Papo compie tre anni, arriva la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica restrittiva: ‘Siamo tornati a casa, abbiamo aperto il computer per capire cosa fosse e ci è crollato il mondo in testa’, racconta Andrea.
Da quel momento la loro vita familiare continua nonostante l’ennesimo forte trauma: Papo sembra andare avanti molto bene, grazie soprattutto alle medicine salvavita che la mamma Nicoletta le somministra con grande abilità, trasformando un rituale difficile per ogni bambino in una ‘normale routine’; ma grazie anche all’ironia e alla fantasia di cui questa famiglia è portatrice sana. Papo, in particolar modo, sembra sviluppare sempre una maggior creatività e senso dell’umorismo: ‘Anche se non poteva correre come i suoi coetanei, per lui non era un problema, con la sua fantasia era capace di creare giochi nuovi ogni momento’. La sua arma vincente era proprio questa.
Papo in chiesa, tutti seduti e zitti in attesa del prete per la celebrazione di un battesimo, sussurra all’orecchio di Andrea:’ Papà quando inizia lo spettacolo?!’
La vita però picchia duro e non intende lasciar in pace questa famiglia: durante una vacanza ad Amsterdam, si verifica una grave crisi cardiaca, seguita dalla prima operazione al cuore: ‘A Papo viene impiantato un icd, che è metà pacemaker e metà defibrillatore’. Questo strumento salva la vita a Papo nella crisi del 5 novembre 2014. Eppure questo bambino, ad ogni crisi, sembra acquisire sempre più consapevolezza, non si lascia abbattere, anzi ha coraggio e allegria sufficienti a rifocillare l’intera famiglia e chi gli sta attorno.
Poi però il 24 agosto 2016, durante una vacanza estiva in campeggio, arriva un’altra crisi, l’ultima, quella si porta via definitivamente Papo. Ancora una volta è Andrea a trovarlo esanime: si tenta il possibile e pure di più, ma niente, quella volta la Dama Oscura ha avuto la meglio sull’esistenza terrena del piccolo Jacopo.
Andrea non ha perso nemmeno un giorno e già dal 25 agosto, ha iniziato a scrivere al suo piccolo super eroe, ‘per continuare a sentirmi vicino a lui, per dirgli cosa stava succedendo a casa. Poi è diventato un appuntamento irrinunciabile, un filo di vita che continua a tenerci uniti e che sta legando tantissime persone’.
Oggi è uscita la lettera 123 ed è piena di entusiasmo, gioia, forza di andare avanti, dritto verso un nuovo modo di vedere la vita. Certo, non tutte sono allegre, in alcune si sente forte l’esigenza di espiare un dolore puro, forte, ma sempre ricco di dignità. Andrea l’ha sempre detto chiaro: ‘Niente casi umani, non voglio far impietosire le persone’.
Le lettere a Papo vengono scritte ogni notte, come una Penelope dei nostri tempi, Andrea rinuncia quotidianamente a 3 ore di sonno, per raccontarsi a suo figlio che ora vive dall’altra parte dell’infinito. Da una piccola dimora di Bollate escono, per diffondersi in tutto il web: ad oggi più di 600 mila persone hanno visto la pagina Facebook, 500 leggono ogni mattina la lettera e 3 mila, tra cui anche personaggi noti del mondo dello sport e dello spettacolo hanno scelto di partecipare all’operazione #lovebombing, pubblicandosi un selfie con un cartello in cui chiedono alle case editrici di tradurre in un libro tutte le ‘Lettere a Jacopo’.
Andrea è un tale vulcano di idee, che sta pensando pure a un disco di canzoni, un musical e persino un film: ‘Varie cose che sto facendo per tenere botta al dolore e trasformarlo in Amore’ e poi aggiunge: ‘Papo ha vinto la morte perché continua a generare Vita attraverso l’amore che sentiamo ancora più grande e che tanti ci stanno dimostrando’.
Gli domandiamo quante ore riesce a dormire con tutti questi progetti per la testa, un lavoro ‘ordinario’ e una famiglia:
‘Ormai dormo 5-6 ore al massimo’.
Siamo anche curiosi di sapere se ha intenzione di scrivere un altro libro, oltre alle ‘Lettere di Papo’:
‘Sì, in realtà ne ho uno che è rimasto in sospeso tanto tempo fa (avevo iniziato a scriverlo nel 2005) e ora voglio riprenderlo in mano’.
Poi, una domanda un po’ piccante: accetteresti di scrivere un altro libro sulla storia di Papo, che non abbia niente a che vedere con le lettere? Andrea con il suo sorriso beffardo ci ha risposto:
‘Scriverei sicuro un altro libro, anche diverso, ma senza mai snaturare il mio messaggio, che poi è quello che mi ha insegnato Papo’.
Infine: quando e se riuscirai a pubblicare le ‘Lettere di Papo’ continuerai comunque a scrivere in privato a tuo figlio?
‘Sì, continuerò a mantenere il contatto’.
Come disse qualcuno ‘La morte non è la fine di tutto, è soltanto un passaggio di stato’, la strada per Andrea e il suo piccolo Papo è ancora lunga e noi ci immaginiamo che continuino il percorso della vita sempre virtualmente mano nella mano, come in questa foto di alcuni anni fa.
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