Continuano le tensioni nelle zone della Cisgiordania e in queste ore un uomo con una cintura esplosiva è stato ucciso in Galilea.
Proveniva dal Libano e aveva attivato l’ordigno a Megiddo, nella bassa Galilea, nei pressi di una importante arteria.
Lunedì sera è stato fermato nel nord di Israele, un uomo che dal Libano era partito con una cintura carica di materiale esplosivo, che era stato innescato all’altezza di Megiddo, nella bassa Galilea.
In quell’attentato un civile è rimasto gravemente ferito, poiché si trovava a passare con la propria vettura proprio in quella zona. È stata una fonte militare israeliana che ha riferito la notizia, in cui si legge che il terrorista è stato intercettato nel villaggio di Yaara, vicino al confine libanese.
I militari che pattugliavano la zona lo hanno scoperto grazie al fermo in un posto di blocco, proprio qui guardando all’interno della sua automobile hanno visto che indossava un corpetto esplosivo e aveva anche alcune armi con sé, in particolare una pistola e un fucile.
È stato ucciso sul posto perché identificato come terrorista e secondo alcune indiscrezioni che trapelano da fonti militari, è possibile che in questo fatto siano coinvolti gli Hezbollah, ovvero i fondamentalisti islamici sciiti di ispirazione iraniana.
Non è stata resa nota l’identità dell’uomo, tuttavia sappiamo che insieme a lui c’era un autista, che è stato sottoposto ad alcune domande.
Sembra che l’ordigno esplosivo di Megiddo fosse di una tipologia utilizzata in passato contro le forze israeliane nel Libano, proprio da questi fondamentalisti che sono attivi a partire dagli anni Ottanta.
Era invece diverso da quelli usati di recente in Cisgiordania. Fonti militari hanno parlato alla stampa di questo grave episodio, precisando che ancora non si conoscono tutti i dettagli del viaggio dell’uomo e non è chiaro dove abbia attraversato i confini e perché abbia deciso di far esplodere la bomba a Megiddo, a oltre 70 chilometri dal Libano.
C’è molta preoccupazione fra i vertici militari e il ministro della Difesa, Yoav Gallant ha convocato una consultazione, discutendo poi le implicazioni del gesto con il premier Benyamin Netanyahu, al centro di diverse polemiche e ritorsioni analoghe.
Nell’ultimo periodo diversi palestinesi sono stati uccisi dai militari in Cisgiordania a causa delle frequenti tensioni dopo l’insediamento del primo ministro di Israele, Benyamin Netanyahu, il 29 dicembre del 2022.
Pochi giorni fa tre uomini sono stati uccisi vicino a Nablus, nei pressi di una postazione militare, poiché avevano aperto il fuoco verso i militari del checkpoint di Surra-Jit.
Il gruppo era armato di fucili d’assalto M-16 ed è stato eliminato in un violento scontro a fuoco in cui sono rimasti ferite alcune persone, tuttavia non ci sono state vittime oltre alle tre persone armate. Una quarta si è successivamente consegnata ai militari, per essere poi tratta in arresto ed essere interrogata.
Le tensioni sono dovute al nuovo governo, considerato il più a destra della storia di Israele e questo era solo uno degli ultimi episodi, pochi giorni prima infatti sono stati uccisi a Jenin 6 palestinesi in seguito a un blitz dei militari.
Ancora, c’è stato un altro assalto terroristico a Tel Aviv e ancora uno ad Aqaba. Altri episodi di violenza certamente non mancheranno e i militari stanno rafforzando il presidio nei perimetri delle zone maggiormente prese di mira.
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