È schiva e riservata Irene Grandi in questa tournée 2015 che parte proprio da Firenze, la sua città: poche interviste con i giornalisti, nessun gossip, preferisce lasciar parlare la musica e mettercela tutta sul palco, per trasmettere al suo pubblico l’energia che la caratterizza in quanto artista ed anche persona.
Bellissima come sempre, a Firenze – all’Obihall da dove dà inizio al tour – si presenta dapprima con un vestito argentato e calzamaglia nera, in uno stile aggressivo ma elegante, per poi indossare un abito che le lascia le gambe e le braccia scoperte, a mostrare una donna nel fiore degli anni con la voglia di stupire, guardare avanti, sempre però partendo dalla base solida del suo passato.
“Ho scelto Firenze come prima data perché qui mi sento a casa. Cantando dal palco tra di voi riconosco i miei amici, i parenti, i conoscenti. Spero di riuscire a passarvi almeno un po’ di quell’emozione che sento io in questo momento” spiega a proposito della sua città. Tuttavia, ha qualcosa da dire anche in merito al suo ultimo album, che si intitola “Un vento senza nome” ed è prodotto da Sony Music.
“Questa canzone è per me diversa da tutte le altre, per questo l’ho scelta per identificare il mio nuovo lavoro. L’ho sentita nel profondo già nell’attimo in cui è nata, come una magia, e ogni volta che mi ritrovo a doverla interpretare in pubblico è difficile per me non commuovermi, perché la sento dentro in maniera profonda. Sono tanti i brani della mia carriera a cui sono fortemente affezionata, alcuni hanno avuto grande successo, ma in questo caso è una sensazione differente: c’è qualcosa che fa vibrare delle corde intime di me stessa”.
È un concerto grintoso e al tempo stesso delicato quello di Irene Grandi, perché quasi tutte le canzoni sono arrangiate almeno in parte in versione acustica, alcune solo con chitarra e tastiere, dunque risultano a tratti più dolci delle sonorità a cui ci ha abituati finora – non per questo sono meno belle o apprezzabili, e quando c’è da ballare si lascia spazio all’intera orchestra. In scaletta diversi brani tratti dal suo ultimo album e poi le famose di sempre: “La cometa di Halley”, “Sono come tu mi vuoi”, “Bum bum”, “Bruci la città” e altre, per una seconda parte di spettacolo che si avvale di un grande schermo in cui viene proiettato un po’ di simpatico backstage. L’ultima dichiarazione la rilascia a proposito della canzone con cui saluta il pubblico di Firenze: “Lasciala andare”.
“Anche questo è un brano che amo moltissimo, in quanto guarda avanti, al futuro e così facendo ci fa tornare bambini, perché in fondo siamo ancora ragazzi. Ecco, io credo che sia giusto ogni tanto deporre le armi contro le se stessi e regalarsi – senza esagerare – qualche complimento: questo l’ho fatto bene, qui sono stata brava, quest’altra cosa mi è riuscita come volevo, là invece posso migliorare. Ma più di tutto, la cosa più bella nella vita sono quei momenti in cui si riesce a spegnere il giudizio su se stessi e a smettere di rimuginare in continuazione per fare invece una cosa molto semplice: lasciarla andare. Lasciare che gli eventi accadano come devono, che la vita ci porti dove voglia, perché io penso che alla fine dei conti il nostro cuore sappia sempre che cosa sia più giusto per noi”.
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