I fatti risalgono allo scorso 18 settembre. Una storia di abusi sessuali compiuta da un gruppo di coetanei. A essere violentata una ragazza di 15 anni che ha subito denunciato l’accaduto ai carabinieri del comando di Bologna i quali in questi mesi hanno ricostruito la drammatica vicenda.
La 15enne ha raccontato di essere stata minacciata dal gruppo di revenge porn, spiegando che la violenza sessuale è stata ripresa con uno smartphone da chi era presente durante l’incontro, tra loro anche alcune ragazze.
L’ennesimo caso di abusi sessuali
Ci sono voluti 6 mesi per ricostruire quanto accaduto lo scorso 18 settembre a Bologna, nei pressi della zona delle giostre, al parco Nord. La protagonista di questa storia di abusi sessuali riguarda una 15 enne che ha raccontato ai carabinieri della stazione di Corticella i momenti drammatici vissuti.
La ragazza ha raccontato di essere stata violentata da un gruppo di coetanei, un branco che ha abusato di lei ingannandola con il famigerato gioco della bottiglia. Il tutto è stato ripreso con uno smartphone dai presenti, tra questi anche alcune ragazze che hanno assistito alla scena.
I fatti sono accaduti durante l’ultima sera della festa dell’Unità: da una semplice serata trascorsa in modo amichevole, la 15 enne ha raccontato di essersi ritrovata appartata del parco dove la situazione è degenerata.
Minacciata di revenge porn
Una ragazza di 15 anni ha raccontato ai carabinieri della stazione di Corticella di essere stata violentata da un gruppo di coetanei, lo scorso 18 settembre, durante l’ultima serata della festa dell’Unita.
La 15 enne, ascoltata subito dopo la violenza dagli uomini delle forze dell’ordine, ha raccontato di essere stata minacciata dal branco di coetanei di revenge porn, una espressione inglese utilizzata per esprimere la diffusione di materiale illecito di immagini o video sessualmente espliciti.
Infatti, secondo il racconto dell’adolescente, l’abuso sarebbe stato filmato dai presenti con uno smartphone, tra i presente anche alcune ragazze che hanno assistito alla scena. I militari di Corticella hanno impiegato sei mesi per poter ricostruire nel dettaglio l’intera vicenda, definendola una violenza sessuale di gruppo.
Al termine degli accertamenti sono stati denunciati cinque minorenni e un maggiorenne; per quest’ultimo, su richiesta della Procura, il gip ha disposto un divieto di avvicinamento nei confronti della vittima.
Tale misura, però, non è ancora stata applicata in quanto l’indagato si è reso irreperibile all’arrivo dei carabinieri nella sua abitazione. I militari pensano si sia dato latitante, scappando all’estero.