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Una 15enne scomparsa da sei anni è stata ritrovata grazie a una serie Netflix

La piccola Kyla è stata ritrovata a 6 anni dalla sua scomparsa. Riconosciuta grazie a un documentario Netflix: la madre l’avrebbe rapita dopo aver perso l’affidamento.

Agente di Polizia – Nanopress.it

Kayla Unbehaun è stata ritrovata dalla polizia in North Carolina, lo scorso sabato. La giovane è stata riconosciuta grazie a un passante che aveva visto un documentario Netflix Unsolved Mysteries, incentrato proprio sulla scomparsa della 15enne. Tutti gli indizi al momento portano alla pista del rapimento da parte della madre, arrestata la scorsa domenica, che a luglio dovrà comparire davanti al giudice e rispondere alle accuse di rapimento. L’affidamento della bambina, che nel 2017 era scomparsa nel nulla, era stato assegnato al padre che dopo il ritrovamento non trattiene la gioia: “Sono sopraffatto dalla felicità“.

Ritrovata grazie a una docu-serie Kayla Unbehaun, la 15enne scomparsa nel 2017

Una storia che ha dell’incredibile quella di Kayla Unbehaun. Da sei anni si erano perse tutte le tracce della piccola, che nel 2017 era scomparsa durante uno degli incontri con la madre. Genitori separati, il giudice aveva assegnato l’affidamento al padre a South Elgin, che per la parata del 4 luglio la aveva lasciata dalla madre Heather Unbehaun che aveva il permesso di vederla periodicamente ma non era stata in grado di ottenere la custodia. Da quel giorno nessuna traccia delle due donne. Il telefono ha smesso di squillare, i profili social cancellati, e la caccia alla donna durata sei anni.

Nessuno aveva visto svanire nel nulla le due, eppure il caso aveva raggiunto in breve tempo l’attenzione della cronaca nazionale e internazionale. Tanto da destare curiosità al colosso dell’intrattenimento Netflix. La serie documentario che tratta di casi reali irrisolti, dal nome Unsolved Mysteries – disponibile anche per il pubblico italiano – ha infatti deciso di dedicare l’ultima puntata di tre stagioni al caso della piccola Kayla, nella puntata numero 9 del terzo volume dal titolo “Bambini rapiti dai genitori“.

Incredibilmente, proprio grazie a quel documentario un passante è stato in grado di riconoscere la bambina. Non è la prima volta che la televisione – soprattutto negli Usa – aiuta la polizia nei casi di scomparsa. E’ il caso di un’altra trasmissione statunitense omonima alla serie Netflix. La versione Unsolved di Mysteries John Cosgrove e Terry Dunn Meurer puntava infatti alla diffusione di notizie e foto degli scomparsi con la speranza che gli spettatori potessero tramite delle informazioni svoltare il caso o dare una mano alla polizia.

Identikit Kayla Unbehaun – Nanopress.it

Si arriva dunque alla scorsa settimana, dopo 6 anni di ricerche. Il proprietario di un negozio di Asheville – 900 km dalla città in cui è stata trovata la ragazza – ha notato Kayla contattando immediatamente la polizia. Una chiamata incredibile, considerato che la giovane non era stata mostrata in foto da 6 anni, e che solo il padre tramite delle ricostruzioni aveva provato a fornire un identikit verosimile della figlia all’età di 15 anni.

La gioia del padre: “Sono sopraffatto”

Dopo l’intervento della polizia che hanno di fatto trovato la bambina scomparsa, è stata arrestata la madre, la quale ha pagato 250mila dollari di cauzione per ritornare in libertà ma che dovrà comparire davanti al giudice entro luglio per rispondere delle accuse di rapimento.

In questo momento la 15enne si trova insieme al padre Ryan Iskerka, a South Elgin, che ha potuto riabbracciare dopo 6 lunghissimi anni. Lo scorso gennaio, in occasione del compleanno della figlia, Iskerka aveva condiviso sulla pagina creata da lui “Bring Kayla Home” (riportate a casa Kayla) un lungo post nel quale si augurava di poter ritrovare la figlia. Insieme alle foto della piccola l’uomo aveva fornito un immagine di come sarebbe potuta essere a 6 anni dalla scomparsa la giovane figlia rapita. “Buon compleanno Kayla – si legge nella didascalia del post – Ti amo e mi manchi moltissimo. Mi chiedo se di tanto in tanto riesci a leggere le mie parole, ecco perché posto così tanto sui social, nella speranza che tu mi possa leggere. Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui ti rivedro’, sperando che ogni giorno che mi sveglio sia quel giorno. E potrebbe mai arrivare abbastanza presto. Ti penso ogni giorno sperando e pregando che tu stia bene, felice e che torni presto nella mia vita”.

Dopo il ritrovamento, l’uomo è intervento tramite l’organizzazione no-profit che si occupa della scomparsa di bambini National Center for Missing and Exploited Children, esprimendo tutta la sua gioia: “Sono sopraffatto dalla felicità”.

Antonio Meli

Classe 1993, laureato in comunicazione e lingue, e in giornalismo, tra Siena e Roma. Appassionato di cinema, musica, storia e spettacolo. Mi piace scrivere e criticare.

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