Gli esperti dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa hanno manifestato preoccupazione riguardo al processo elettorale in Turchia durante le elezioni presidenziali tenutesi nei giorni scorsi.
I rappresentanti dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa OSCE hanno espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza nell’operato dell’Alto Consiglio Elettorale della Turchia (YSK) durante le elezioni di domenica e per la copertura parziale della competizione da parte dei media statali.
Una delegazione dell’OSCE ha espresso soprattutto preoccupazione per il fatto che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i partiti al governo del paese abbiano goduto di un vantaggio ingiusto rispetto ai partiti di opposizione durante le elezioni, con quest’ultimi che hanno dovuto affrontare condizioni di campagna elettorale disuguali.
L’ambasciatore Jan Petersen, capo della missione di osservazione elettorale dell’ODIHR, ha dichiarato alla stampa di Ankara che il lavoro dell’amministrazione elettorale durante le elezioni in Turchia è stato privo di trasparenza e che i media pubblici hanno mostrato una schiacciante parzialità.
Inoltre, ha espresso preoccupazione per le limitazioni alla libertà di parola durante la campagna elettorale.
Il rapporto della Missione internazionale di osservazione elettorale ha evidenziato la mancanza di trasparenza nel processo di gestione dei reclami a tutti i livelli dell’amministrazione elettorale e ha sottolineato che le decisioni del Consiglio elettorale supremo erano spesso insufficientemente motivate.
Dopo che nessuno dei due candidati, Erdogan e Kilicdaroglu, ha ottenuto la soglia del 50% per vincere le elezioni presidenziali, il Consiglio elettorale ha confermato il ballottaggio del 28 maggio. Con il 99% delle urne contate, Erdogan era in testa con il 49,4% dei voti contro il 44,96% di Kilicdaroglu.
Per quanto riguarda le elezioni parlamentari, l’Alleanza del popolo, che include il partito AKP di Erdogan, sembrava essere in vantaggio per ottenere la maggioranza dei seggi nelle elezioni parlamentari.
Frank Schawabe, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa APCE, ha affermato che sebbene le elezioni in Turchia abbiano avuto un’elevata affluenza alle urne e abbiano offerto una vera scelta, il Paese non soddisfa i principi di base per lo svolgimento di elezioni democratiche.
Schawabe ha invitato il governo turco a garantire la libertà di stampa e ha criticato la copertura favorevole di Erdogan e dei partiti al potere da parte dell’emittente statale turca, che ha equiparato a censura.
La missione di osservazione elettorale, che ha dispiegato 401 osservatori da 40 paesi in tutta la Turchia, ha anche affermato che il Partito della sinistra verde YSP filo-curdo ha subito intimidazioni diffuse, senza specificare chi fosse il responsabile.
Alcuni politici dell’opposizione sono stati soggetti a restrizioni, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli. La delegazione ha anche invitato le autorità turche ad adottare misure concrete per garantire una maggiore affluenza nelle città colpite da un violento terremoto che ha colpito il sud-est della Turchia a febbraio.
La missione OSCE ha dichiarato che presterà molta attenzione al ballottaggio presidenziale del 28 maggio. Farah Karimi, capo della delegazione dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, ha criticato la decisione delle autorità turche di non accreditare il parlamentare danese Soren Sondergaard e il parlamentare svedese Kadir Kasirga come osservatori elettorali, definendola una “decisione deplorevole“.
La maggior parte dei sondaggi in Turchia prevedeva un vantaggio stretto per il principale candidato dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, ma alla fine Erdogan si è assicurato un vantaggio di cinque punti percentuali sul suo principale avversario, portandolo al ballottaggio. Il terzo candidato ovvero Sinan Ogan, rappresentante della destra estrema, ha ottenuto il 5% dei voti, una percentuale che potrebbe risultare decisiva.
Ogan ha dichiarato che la sua approvazione per uno dei due candidati dipenderà dalle politiche che porteranno avanti nei confronti dei rifugiati e di alcuni gruppi curdi che considera terroristi, ma al momento non ha preso una decisione chiara.
Ogan, il politico di estrema destra che ha ottenuto il 5% dei voti, ha dichiarato che tutti i partiti politici dovrebbero escludere le organizzazioni terroristiche. Ha aggiunto che non darà il suo sostegno a nessuna delle due parti al ballottaggio presidenziale, sottolineando che non esiste una regola del genere.
Gli analisti prevedono che i seguaci ultranazionalisti di Sinan Ogan saranno più inclini a votare per Erdogan al ballottaggio presidenziale. Inoltre, il partito al governo di Erdogan, l’AKP, ha ottenuto il più grande blocco parlamentare alle elezioni di domenica. Questo lascia l’opposizione con una dura lotta per vincere al ballottaggio.
Kemal Kilicdaroglu, principale candidato dell’opposizione, ha assunto un tono di sfida lunedì, affermando che combatterà fino alla fine. Tuttavia i risultati elettorali hanno messo in luce la limitata capacità dell’opposizione di cogliere lo scontento di una popolazione che vacillava a causa di una crisi economica e, nel sud-est del paese, di un devastante terremoto.
Ciò che preoccupa la comunità internazionale è il post ballottaggio che mostrerà una linea più dura e vicina alla Russia nel caso di vittoria di Erdogan e la volontà di prendere parte nel mondo in maniera più giusta ed equa nel caso vicende Kilicdaroglu.
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