Una nonna inglese chiede 16 sterline alla figlia per tenere il nipote mentre è a lavoro
Mentre tutta l’Italia è ancora scossa per la tristissima vicenda della mamma 29enne di Roma che si è addormentata con il bambino in braccio di soli tre giorni mentre lo stava allattando, causandone la morte, in Gran Bretagna un’altra donna, madre di un bambino di pochi mesi, si è sentita rispondere dalla nonna del piccolo che lo avrebbe accudito mentre lei era a lavoro solo a pagamento. 16 sterline (più gli extra) è il prezzo richiesto all’ora: i social sono già scatenatissimi.
Che una donna possa chiedere aiuto alla madre (oppure alla suocera) è prassi nel vero senso della parola ormai ed è anche giusto: chi meglio della nonna del piccolo può essere di supporto, spinta dall’amore per lui, ma anche per il/la figlio/a? Eppure pare che non tutte le nonne siano uguali: una in Gran Bretagna, ad esempio, ha chiesto alla figlia 16 sterline all’ora per occuparsi del nipotino. Sui social ormai è “guerra” tra le due fazioni: da un lato c’è chi reputa assurda la richiesta della nonna, dall’altro chi, invece, giudica i genitori per aver messo al mondo un figlio senza avere la possibilità di occuparsene autonomamente.
Gran Bretagna: una nonna chiede soldi alla figlia per accudire il nipote
Accudire i figli è una responsabilità dei genitori, certo, ma nessuno è invincibile: tutti possono avere bisogno di aiuto, supporto e assistenza, sia appena i bambini sono nati che dopo. Non è umanamente possibile che una coppia possa lavorare, badare ai figli, tenere in ordine un’intera casa (soprattutto quando non è piccola) senza chiedere una mano a qualcuno almeno ogni tanto: siamo tutti essere umani e a volte dobbiamo anche poterci fermare e ammettere di aver bisogno di un sostegno concreto.
Ci sono genitori che lavorano a tempo pieno – quindi almeno otto ore al giorno a testa, alcuni anche di più – e che quindi devono necessariamente chiedere aiuto ai familiari oppure assumere una babysitter, altri che magari hanno anche 3-4 figli e quindi non riescono concretamente a gestire tutto da soli, altri ancora che semplicemente hanno bisogno di tanto in tanto di un momento per pensare a sé: nessuno di loro dovrebbe essere giudicato male, perché essere genitore non dovrebbe essere “totalizzante”, si resta comunque in primis persone.
Ci siamo accorti solo con la morte del neonato a Roma, schiacciato dalla madre che si era addormentata stremata mentre lo stava allattando, dopo aver chiesto un aiuto che a quanto pare le è stato negato, che le donne quando mettono al mondo un bambino possono essere fragili, vulnerabili, pur sentendosi allo stesso tempo fortissime, che hanno bisogno di avere accanto qualcuno che si occupi di loro mentre loro si occupano della vita che hanno appena generato, di dormire e, perché no, di trascorrere anche qualche ora da sole, per potersi riprendere al meglio. C’è voluto, però, questo dramma per farcene rendere conto, eppure è da tempo immemore che le donne mettono al mondo bambini e nessuno aveva mai considerato quanto quello per loro potesse essere un momento delicato, soprattutto quando si tratta del primo figlio e verosimilmente non sanno neanche come muoversi, cosa fare, a cosa prestare massima attenzione e a cosa no.
Purtroppo al peggio sembra non esserci mai fine e, mentre tutta l’Italia è ancora indignata per quello che è accaduto solo pochi giorni fa, non molto lontano, in Gran Bretagna, una coppia ha lasciato tutti sotto shock per la richiesta assurda della madre di lei di essere pagata per badare al nipotino mentre lei e il marito sono a lavoro.
L’assurda vicenda raccontata dalla protagonista
16 sterline: questo è il prezzo che questa nonna inglese ha dato a ogni ora trascorsa con il nipotino neonato. 16 sterline, quindi, dovrebbe valere il tempo passato a badare al bambino di pochi mesi. In sostanza, 16 sterline è il costo del supporto che dovrebbe dare a sua figlia, che sta cercando di coniugare vita privata, famiglia, lavoro e probabilmente anche di dare una vita migliore a suo figlio, di assicurargli un futuro degno, di poter soddisfare i suoi desideri.
In effetti il problema è proprio il seguente: la donna – cioè la mamma del piccolo – e il marito lavorano a tempo pieno e nessuno dei due ha la possibilità di lavorare da casa. Le spese sono tante – avere un bambino di pochi mesi in casa ha un costo che non è assolutamente basso, anzi – la coppia poi ha già dei debiti da sanare e quindi avrebbero preferito non rivolgersi a una baby sitter da dover ovviamente pagare. Inoltre tutti gli altri membri della loro famiglia hanno un lavoro full time esattamente come loro e ovviamente non potrebbero comunque essere di supporto in alcun modo nella vita quotidiana, quindi la nonna materna del piccolo era rimasta l’unica soluzione plausibile.
Era, perché alla richiesta di tenere il figlio mattina e pomeriggio ogni giorno (eccetto i weekend ovviamente), la riposta della signora è stata:“Accetto, ma dovete pagarmi 16 sterline l’ora più gli extra”. Così la donna, infuriatasi non poco sentendo queste parole, ha deciso di rivolgersi ai tabloid britannici, nello specifico a Reddit, a cui ha raccontato: “Ha detto che mi addebiterà 16 sterline per ogni ora che si prende cura del bambino, più tasse extra se siamo in ritardo per il “ritiro” del bambino. Dobbiamo fornirle un seggiolino auto, un passeggino, biberon, e tutto quello che abbiamo a casa nostra per prendersi cura del bambino a casa sua”.
Attualmente, quindi, per poter arginare il problema e non assecondare la proposta della nonna, la donna ha dovuto pensare a un “piano b”: sta infatti pensando seriamente di iscrivere il piccolo a un asilo nido, dal momento che “il costo sarà complessivamente più basso e lui sarà po’ più vicino a casa”.
In tutto ciò, però, nel frattempo – come spesso accade quando vi sono vicende analoghe – sui social gli utenti si sono scatenati nei commenti. Ci sono in pratica due schieramenti: c’è chi ritiene irragionevole il comportamento della nonna, che avrebbe esagerato non poco con questa richiesta, e chi, invece, sostiene che i genitori non avrebbero dovuto mettere al mondo un bambino senza essere sicuri di potersi prendere cura di lui al 100%. Emblematico un commento (che fa parte della seconda “fazione”): “Scusa se sono schietto e scortese, ma forse non dovresti avere un figlio se non puoi permetterti di prenderti cura di lui. E se il tuo piano era tornare al lavoro, avresti dovuto discuterne durante la gravidanza con tua mamma”.
Probabilmente il problema è tutto qui, riassunto in queste poche righe: probabilmente è vero che la donna avrebbe dovuto parlare con la madre già prima della nascita del bambino, considerando che verosimilmente sapeva che prima o poi sarebbe tornata a lavoro e magari preparandosi in tempo avrebbe potuto mettere a punto un piano infallibile per poter organizzare tutte le sue giornate, ma non voler tralasciare la propria professione, volersi comunque realizzare nella vita, non voler relegare il proprio ruolo a quello di moglie e madre (ma anche di marito e padre, vale lo stesso), è un diritto di ognuno e di certo non rende una donna meno moglie e madre (oppure un uomo meno marito e padre).
Anna Gaia Cavallo
Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura.
A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista.
Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.