Unabomber: la Procura di Trieste riapre il caso dopo 16 anni

Il PM di Trieste ha deciso di riaprire il caso di Unabomber, uno dei criminali più pericolosi della storia. Si può fare ancora qualcosa? La Procura pensa proprio di sì.

Scena del crimine di Unabomber
Scena del crimine di Unabomber – Nanopress.it

16 anni fa si consumò l’ultimo attentato di Unabomber, il terrorista misterioso che ha spaventato l’Italia nel periodo tra gli anni ’90 e 2000, con numerosi attentati nei luoghi più svariati.

Oggi, dopo anni dall’archiviazione del caso, la Procura di Trieste ha deciso di riaprire il caso per svolgere nuove indagini, grazie a indizi e reperti recuperati in questi anni.

Il caso Unabomber si riapre: nuove indagini

La Procura di Trieste ha deciso di riaprire il caso Unabomber, ovvero l’indagine su uno degli attentatori più pericolosi che si siano mai visti in Italia, ad oggi ancora non identificato.

Analisi di una bomba del terrorista
Analisi di una bomba del terrorista – Nanopress.it

La riapertura è dovuta a una richiesta precisa di due vittime, Francesca Girardi e Greta Momesso, che tramite i loro legali hanno chiesto di indagare su dei reperti che potrebbero essere analizzati nuovamente tramite le nuove tecnologie a disposizione.

Si parla, infatti, di un uovo rimasto inesploso nel 2000, a Portugaro in un supermercato, su cui sarebbe stato trovato un capello e della saliva.

Il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo ha rilasciato una dichiarazione, dicendo che la decisione è scaturita dal fatto che le possibilità di scoprire chi è il terrorista più temuto d’Italia è ancora aperta.

Infatti, si faranno delle ricerche più approfondite su tutti i reperti trovati negli anni, grazie ai nuovi strumenti scientifici che si sono evoluti negli ultimi decenni. Questo sarà possibile, probabilmente, sfruttando anche la banca dati del DNA, nata proprio 13 anni fa quando il caso venne archiviato.

Nel 2009 era stato indagato l’ingegnere Elvo Zornitta, grazie a una prova contro di lui: un lamierino trovato in una bomba, che però era stato manomesso dal poliziotto scientifico Ezio Zernar.

Quest’ultimo venne processato, con una condanna passata in giudicato, ma Zornitta ne uscì innocente. Il suo legale, l’avvocato Paniz, ha dichiarato di essere contento che si riaprano le indagini, in modo tale da far svanire tutti i sospetti sull’ingegnere.

Gli attentati di Unabomber, una triste storia italiana

La storia di Unabomber nasce negli Stati Uniti, quando dagli anni ’70 fino al 1995 si susseguirono una serie di orribili attentati.

L’FBI soprannominò il terrorista Unabomber, che poi venne scoperto nella persona di Theodore Kaczynski.

La storia fece il giro del mondo e nel 1994 cominciarono attentati simili anche in Italia, in particolare nella parte Nord Est del Paese.

Gli attentati andarono avanti e se all’inizio sporadici attacchi vennero considerati come casi isolati, a un certo punto le autorità capirono che c’era qualcuno che agiva proprio come l’Unabomber americano.

Dal 1996 al 2000 non si registrarono nuovi casi, ma con il nuovo Millennio il terrorista (o i terroristi) ricominciò da Lignano Sabbiadoro, lasciando un tubo metallico sulla spiaggia, che ferì un uomo, carabiniere in pensione.

Da quel momento, Unabomber ricominciò lasciando bombe in oggetti molto piccoli, insospettabili, come ad esempio pacchi di uova, salsa di pomodoro e altri. In totale, da fine anni ’90 agli anni 2000, furono ben 30 le bombe piazzate dall’attentatore.

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