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Manca ormai poco al lancio della web serie Under, scritta e diretta da Ivan Silvestrini, ispirata al libro di Giulia Gubellini, in uscita il 25 giugno, edito da Rizzoli. Dopo aver ascoltato alcune impressioni del regista, dei giovani attori coinvolti e dell’autrice del libro, adesso ci concentriamo su un personaggio molto importante: Tea, interpretato da Chiara Iezzi. Dopo una carriera musicale, l’artista ha deciso di dedicarsi al mondo della recitazione. Scopriamo cosa l’ha incuriosita del progetto Under e quali sono state le difficoltà più grosse incontrate in questa nuova avventura.
Che cosa ti ha spinto a passare dalla musica alla recitazione?
La musica è sicuramente un lavoro straordinario ma quello che mi affascina della recitazione è che, interpretando i ruoli più diversi, tu possa vivere molte più esperienze, con vite completamente differenti dalle tue. Io amo sperimentare e provare cose diverse, per questo motivo studiare recitazione mi ha permesso di intravedere un nuovo modo per esplorare me stessa e anche la natura umana, che mi affascina molto.
Cosa ti ha incuriosito di più del progetto Under?
Molte cose mi hanno incuriosito in realtà, non solo il ruolo, che trovo molto interessante e complesso, con molte sfaccettature e se vogliamo in alcuni punti anche somigliante a come sono davvero, ad esempio nel rigore e nella precisione di Tea, ma anche il fatto che si tratti di un cinema di genere, che io amo molto fin da ragazzina, che questo sia fantasy o horror. A me piace molto l’aspetto psicologico dei personaggi e il cinema di genere ti avvicina molto a queste caratteristiche un po’ arcaiche dell’essere umano, con le sue paure, l’istinto di sopravvivenza, legato al “chi muore e chi vive”, e con i suoi desideri.
Quale sfida è stata più impegnativa nell’affrontare il tuo ruolo?
Mi affascina molto la complessità del carattere e anche il fatto che, nonostante lei mostri il suo aspetto più algido, di un personaggio che cerca in tutti i modi di non far trasparire emozioni, in realtà lei resti comunque la rappresentante e l’icona di questo mondo, la regista se vogliamo, dell’ordine stabilito dall’autorità provvisoria. È stato quindi un ruolo stimolante più che difficoltoso.
Fai il tifo o no per il tuo personaggio?
Come attrice non prendo ovviamente posizione in merito, a seconda di quello che richiede il personaggio, entro in sintonia con le sue emozioni, senza giudizio o pregiudizio. Penso che più un attore sia privo di pregiudizi nei confronti di quello che interpreta e più sia libero nell’interpretazione, indipendentemente dal ruolo socialmente accettabile o meno, entrando in piena empatia con il tuo ruolo.