Dopo un lungo iter burocratico San Gennaro, patrono di Napoli, è candidato per diventare patrimonio dell’umanità.
La candidatura ufficiale del santo famoso per il miracolo del sangue è stata accolta con gioia dai napoletani che molto più che in altre città italiane, sentono la festa patronale del 19 settembre.
Sembra incredibile che un Santo venga dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, invece è proprio quello che potrebbe accadere e i primi a gioire di questo sono ovviamente i napoletani. Il patrono, la cui festa ricorre il 19 settembre, potrebbe diventare patrimonio a breve, infatti la candidatura è stata accettata dopo un lungo iter burocratico.
Nella giornata di domani il cardinale e arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, annuncerà finalmente tale candidatura per San Gennaro, il protettore di Napoli conosciuto in tutto il mondo per il miracolo del sangue.
Ora tutti i napoletani aspettano che il Santo effettui il suo ennesimo miracolo presso l’Unesco ma nel frattempo la gioia è tanta e alla cerimonia di sabato saranno presenti non solo i cittadini, ma anche personalità istituzionali come il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Campania Vincenzo De Luca e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Dalla Curia fanno sapere che la candidatura è pronta e verrà sottoposta al ministro Sangiuliano che poi esaminerà il dossier legato al culto.
In realtà non è l’unico, infatti il ministro valuterà anche le proposte dei santi di altre città italiane, decidendo poi quale far arrivare alle Nazioni Unite tramite la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.
Tutta Napoli aspetta il miracolo ed è proprio per un prodigio che il santo è conosciuto anche fuori dai confini nazionali, ma cos’è esattamente il cosiddetto miracolo del sangue? Nel Duomo sono custodite due ampolle che secondo la tradizione contengono il sangue di San Gennaro raccolto dal suo corpo dopo il martirio avvenuto nel Seicento.
Tre volte l’anno si celebra il rito della liquefazione, che prevede l’estrazione di un’ampolla e l’esibizione ai fedeli. Questa ha la forma di una grande lente di ingrandimento, con il manico d’argento e un compartimento formato da due vetri al posto della lente.
Tra i vetri ci sono dei contenitori, uno vuoto e l’altro pieno per metà di una sostanza solida e molto scura, appunto il sangue. Dopo aver estratto l’ampolla, l’arcivescovo la scuote con diversi movimenti bruschi e poco dopo la sostanza diventa liquida, in segno di buon auspicio. Se questo non avviene è invece un segno negativo.
San Gennaro è vissuto nel IV secolo dopo Cristo. Nato a Benevento nel III secolo dopo Cristo, divenne Vescovo della città e fu arrestato per la sua attività di proselitismo. Non fu facile però condannarlo a morte, infatti benedì gli animali che dovevano sbranarlo e questi non lo sfiorarono nemmeno. Così venne decapitato e il suo sangue venne raccolto da alcune donne devote.
Le notizie sul vissuto del santo in un’epoca in cui le persecuzioni dei cristiani erano molto frequenti, sono molto incerte e non ci sono prove tangibili che conducano alla sua esistenza.
Tuttavia il suo culto si è diffuso in tutto il mondo molto rapidamente ma rimane indissolubilmente legato alla città partenopea, che a lui si affida nella protezione da catastrofi e calamità naturali. Ad esempio è addebitato al santo il salvataggio dall’eruzione del Vesuvio che doveva esserci nel Seicento, dalla quale invece la città non è stata colpita.
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