L’Afghanistan è nel pieno di una crisi politica e sociale, l’ennesima nella sua storia, e la popolazione sta cercando di lasciare il paese in tutti i modi. I profughi aumentano di giorno in giorno e sono ormai tantissimi i paesi che li stanno accogliendo.
Sono molti però anche quelli che hanno deciso di chiudere le proprie frontiere e non accettare più migranti: se il vicino Pakistan si è già detto al limite, ora arrivano anche alcuni paesi europei a dire no all’accoglienza.
La Slovenia ha già avvisato che non aprirà alcun corridoio umanitario: secondo il premier Janez Jansa, al momento presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, non tocca né al paese né all’UE doversi sobbarcare tutti i problemi del mondo.
Sulla stessa linea l’austriaco Sebastian Kurz, che non vuole ripetere gli errori del 2015: ha sottolineato che chi lascia l’Afghanistan, dovrebbe essere aiutato dai paesi vicini e non dall’Europa. Infatti, ha chiesto all’UE di proteggere le frontiere e contrastare in maniera concreta migrazione illegale e traffico di esseri umani. In Austria a oggi si trovano 44 mila profughi afghani e, ha dichiarato Kurtz, ci sono gravi problemi di integrazione.
Contrario all’accoglienza è ovviamente anche il leader ungherese Viktor Orban, che difenderà strenuamente il proprio paese dai migranti. In un’intervista, ha sottolineato l’importanza di sostenere la Turchia affinché blocchi i profughi afgani, che altrimenti si aprirebbero un barco attraverso i Balcani per raggiungere l’Occidente.
Il commissario Ue Paolo Gentiloni al Meeting di CL ha però risposto a queste dichiarazioni spiegando che l’Unione Europea deve lavorare sull’accoglienza e sulle quote di immigrazione legale di rifugiati afghani e deve farlo anche togliendosi l’alibi della unanimità nelle decisioni. Ha poi aggiunto che “Rispetto l’unanimità, ma so che non ci sarà mai e ci sarà sempre qualcuno contrario a politiche di accoglienza e a quote di immigrati legali. Niente alibi se si vuole dare una mano sui rifugiati e sull’accoglienza. Si può fare anche a maggioranza. Orban ed altri non saranno d’accordo ma fa parte delle nostre regole“.