L’Ungheria rischia di perdere parte dei fondi europei dato che, alla data prestabilita dal presidente ungherese Orban, la politica anticorruzione non è stata attuata. Molte nazioni Ue pensano che l’Ungheria non sia allineata con il filo di pensiero comune ma che cerchi, nonostante lo stretto legame con l’occidente, di mantenere in asse il proprio sistema politico.
La riforma che è stata proposta dall’Ungheria comprende una serie di leggi atte a intervenire sul fenomeno della corruzione che dilaga nel Paese. Orban si era impegnato ad annullare gradualmente questo fenomeno che da tempo preoccupa l’Europa. La Commissione Europea ha però ritenuto che il presidente ungherese non abbia rispettato i patti e si è così presa del tempo per capire se effettivamente l’Ungheria stia andando verso un cambiamento o se si tratta puramente di una facciata. Le problematiche che sono presenti sul territorio ungherese e che rappresentano un problema per l’Unione europea non sono soltanto legate al lato economico come in questo caso, ma l’Ungheria rimane un paese con cultura, usanze e tradizioni che si discostano dai principi dell’occidente e che preoccupano l’Europa riguardo il benessere della popolazione ungherese.
L’Ungheria è entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2004 dopo un iter d’ingresso durato 10 anni. Ciò che è stato evidente fin da subito sono state le sostanziali differenze tra le nazioni europee occidentali e l’ex Paese sovietico che si distingueva per ideologia di pensiero e storia politica. La maggioranza del popolo ungherese si è sempre mostrato molto orgoglioso di essere definito differente e diverso rispetto alle nazioni occidentali, in quanto la politica sociale e la visione rispetto diritti inerenti le donne e sulle differenze di genere sono sempre stati molto lontani dalla visione europea.
Nonostante ciò l’Ungheria si è impegnata o almeno ha provato a smussare lati che provenivano da ideologie politiche radicate fino a quel momento per rendere il più occidentale possibile la nazione. I fatti però mostrano un quadro differente e questo emerge soprattutto negli ultimi anni. Da un lato, la parte del popolo con una mentalità aperta ma dove continua comunque ad essere presente una chiusura rispetto a principi essenziali per le nazioni europee.
Amnesty International ha fatto il punto della situazione proprio nel 2021 e il rapporto fa emergere problematiche ancora in essere e che non rispecchiano gli impegni presi rispetto alla linea di azione richiesta dall’Ue sugli obiettivi e doveri dato che i diritti umani e civili di cui deve godere una popolazione all’interno dell’Unione non vengono rispettati.
Orban, capo di Stato ungherese, è stato sempre simpatizzante nei confronti dell’Unione Europea ma ha sempre sostenuto una linea di pensiero diversa, che su alcune questioni si distacca molto dall’Occidente. Innanzitutto per il capo di Stato ungherese i diritti non sono garantiti per tutti, in Ungheria la politica si scontra duramente con le diversità di genere e attua una politica omofoba e transfobica. Negli ultimi tempi questo ha creato malcontenti con le nazioni occidentali e nonostante ciò Orban ha inasprito ulteriormente i divieti per gay, lesbiche e transessuali che non sono accettati all’interno del Paese, ma anzi vengono perseguiti. Questa è un’ideologia condivisa anche dalla maggioranza della popolazione anche se ovviamente non tutta.
Il governo ungherese ha stabilito che è vietato fino ai diciott’anni osservare e guardare propaganda che induca il dubbio di genere nell’individuo, nelle scuole deve essere insegnato soltanto la tradizionale idea di famiglia e secondo Orban deve essere ben chiaro che si tratta dell’unica famiglia accettata. Ma non sono soltanto i diritti LGBTQI+ quelli che preoccupano l’Unione Europea riguardo alla popolazione ungherese, ma si tratta anche dei diritti di propaganda e di manifestazione che sono notevolmente colpiti dal governo ungherese.
Anche l’immigrazione e il pugno duro con il quale Orban si scaglia contro i rifugiati politici è qualcosa che non è ben visto dall’Occidente, soprattutto per la modalità spesso violenta nelle quali il popolo viene respinto. In questo ambito ci sono stati anche richiami ufficiali a Orban che ha spiegato il suo punto di vista accettando di rivedere alcuni comportamenti ritenuti inopportuni dall’Unione Europea. Quello che però ha generato il malcontento delle Nazioni Europee, a tal punto da decidere di sospendere parte dei fondi europei destinati all’Ungheria, è la corruzione che nel paese dilaga ancora.
La Commissione Europea ha deciso di sospendere il 20% dei fondi europei spettanti all’Ungheria dopo aver appurato che le leggi sulla corruzione non sono state in realtà applicate dal governo ungherese.
Per la questione corruzione l’Unione Europea ha richiamato ufficialmente Orban che ha dovuto prendere provvedimenti in merito per poter continuare a soddisfare i requisiti europei. La corruzione nel paese dilaga e non esiste un sistema giudiziario sicuro e uguale per tutti e questo ha fatto sì che Orban lavorasse alla messa a punto di 17 leggi, proposte poi all’Commissione Europea per frenare il fenomeno della corruzione in Ungheria.
Alla luce dei fatti le verifiche della Commissione Europea hanno mostrato che il quadro e sostanzialmente è rimasto invariato e che il Paese è ancora preda di corruzione e il capo di Stato non ha mantenuto così la parola data.
Le autorità ungheresi hanno però riferito di sapere di non aver portato a termine del tutto la parola data ma sono altrettanto consapevoli del fatto che la stessa commissione sappia e comprenda che, il riportare il paese abituato ad un certo contesto all’interno di un allineamento differente, non è semplice ma si dicono fiduciosi e affermano che una sospensione non vuol dire non ricevere 7,5 miliardi, ovvero il 20% dei fondi totali, ma significa comprendere di dover applicarsi per riuscire ad adempiere agli obblighi presi e riallinearsi con la Ue.
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