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Radio Maria si scaglia contro il ddl Cirinnà e contro Monica Cirinnà, la senatrice PD firmataria della norma. Don Livio Fanzaga, direttore dell’emittente vaticana, interviene in radio mentre in Aula è in corso la discussione e commenta l’intervento introduttivo della senatrice, ricordando che “Satana dorme sui guanciali dei potenti” e suggerisce loro “inganni, inganni, inganni“. Non contento, prosegue. “Questa qui mi sembra un po’ la donna del capitolo 17 dell’Apocalisse, la Babilonia, che adesso brinda a Prosecco, alla vittoria (ride). Signora, arriverà anche il funerale, stia tranquilla. Glielo auguro il più lontano possibile, ma arriverà anche quello“. Immediata la polemica, come la risposta della Cirinnà che, da Facebook, cita il celebre ‘Mo’ me lo segno” di Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere”: “Oggi, mentre via etere attaccavano le #unionicivili, mi hanno ricordato che prima o poi (forse sperano prima?) anche io avrò un funerale. Bene, #ricordatichedevimorire”.
Non è tanto (e solo) l’aver ricordato alla senatrice “l’ira di Dio” al momento della morte, cosa che in molti leggono come una minaccia. E’ anche l’aver citato il capitolo 17 dell’Apocalisse, quello del castigo di Babilonia e la “prostituta famosa”.
“Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: ‘Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra’.” Questa, per la precisione, è la citazione tirata in ballo da don Livio Farzaga. Un insulto, anche se colto, rimane sempre un insulto.