[veedioplatform code=”afb14329b0f3223404bca29cada3bac3″]
Le unioni civili sono legge e il PD festeggia, pur perdendo i pezzi. Matteo Renzi aveva aperto i festeggiamenti già prima del voto, con un post su Facebook, e ha proseguito dopo il voto della Camera, rispondendo a chi è contrario e preannuncia battaglia. “Quando ci sono delle cose giuste da fare vanno fatte. Ora il ddl è legge, punto“, commenta da Radio Capital dove ha seguito al diretta delle votazioni. Le associazioni e il mondo cattolico più radicale sono già sul piede di guerra e promettono battaglia, sfruttando anche l’opposizione politica al governo. “Nessuno di noi ha fatto calcoli o ha verificato con i dati dei sondaggi. L’atteggiamento di una parte del mondo cattolico era atteso e per certi aspetti anche comprensibile, ma se uno deve perdere dei voti per una battaglia giusta li perde. Facciamola finita“, tuona, scagliandosi in particolare contro gli avversari politici che lega l’approvazione delle unioni civili al referendum costituzionale. “Sono molto contento, oggi è un giorno di festa, l’Italia fa un passo in avanti“, dice.
Come lui anche la ministra Maria Elena Boschi, in Aula al momento del voto e poi in piazza per i festeggiamenti. “Una bellissima giornata per tutti gli italiani e le italiane #unionicivili #promessamantenuta”, scrive su Twitter.
Una bellissima giornata per tutti gli italiani e le italiane #unionicivili #promessamantenuta
— maria elena boschi (@meb) 11 maggio 2016
La Boschi, che ora ha anche le deleghe per le Pari Opportunità, si è rivolta alla piazza, radunatasi per festeggiare la storica legge. “Penso che sia una giornata di felicità per tutti noi italiani e italiane, dobbiamo essere orgogliosi perché finalmente si apre una nuova pagina per il nostro paese“, ha commentato, lasciandosi andare a un momento di commozione ricordando un amico che non ha potuto vedere questa battaglia vinta perché morto prematuramente. “Penso ai tanti ragazzi e ragazze, uomini e donne, che finalmente ora hanno uno Stato che riconosce i loro diritti come coppie“, ha concluso.
Come lei, tanti nel PD hanno celebrato un traguardo che sembrava sempre più difficile da raggiungere. “Abbiamo fatto la storia“, ha commentato Ivan Scalfarotto, da sempre impegnato nella lotta per i diritti degli omosessuali. “Un’Italia più accogliente e migliore. L’Amore è amore, questo è tutto“, scrive su Twitter.
Un'Italia più accogliente e migliore. L'amore è amore, questo è tutto. #loveislove #unionicivili #MakingHistory #lavoltabuona
— Ivan Scalfarotto (@ivanscalfarotto) 11 maggio 2016
La giornata ha visto però anche l’addio di Michela Marzano al gruppo del PD per ragioni non politiche ma morali: l’eliminazione del concetto di famiglia (che nella Cirinnà non c’è) e soprattutto lo stralcio della stepchild adoption. “Sui temi dei diritti e dell’etica ho sempre detto e difeso gli stessi valori e gli stessi principi. E non me la sento, oggi, di non essere coerente con me stessa e con le mie battaglie per opportunità politica. Lo so che, sulla unioni civili, non si poteva forse fare diversamente e considero che sia importante per l’Italia avere finalmente una norma che garantisca e protegga le persone omosessuali. Aver però eliminato ogni riferimento a ‘famiglia’ e ‘familiare’ – parlando delle unioni civili come una semplice ‘specifica formazione sociale’ – e aver stralciato la ‘stepchild adoption’ rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente“, ha scritto nella lettera di dimissioni presentata al capogruppo Ettore Rosato.