Durante la gara degli US Open contro Sinner, Zverev ha fatto cacciare dagli spalti un tifoso che aveva intonato un inno nazista.
Al quarto set della gara valevole per gli ottavi di finale degli Us Open, Zverev-Sinner, il tennista tedesco ha interrotto il match per segnalare un connazionale che dagli spalti stava intonando un inno nazista. Il tifoso è stato cacciato dagli spalti: “Peggio per lui che si è perso gli ultimi set, non mi ha distratto. Non vado fiero da tedesco di quel periodo storico“.
Zverev fa cacciare un tifoso dal campo per inni nazisti
Alexander Zverev si è reso protagonista nella notte tra lunedì e martedì non solo di una grande vittoria ai danni del più quotato tennista italiano Jannik Sinner, ma anche di un episodio molto controverso. Sì, perché il tedesco durante il secondo set degli ottavi di finale degli Us Open, ha ascoltato un tifoso cantare un inno nazista, e lo ha subito segnalata ai direttori di gara.
Il connazionale nello specifico stava intonando “Deutschland Uber Alles”, uno dei più noti inni della Germania nazista. Dopo averlo fatto notare all’arbitro il tifoso è stato immediatamente allontanato, poi i cronisti hanno chiesto se quell’inno lo avesse disturbato, ma il tennista ha affermato: “Distratto? Peggio per lui che si è perso gli ultimi due set”.
Ma evidentemente, non è stata legata alla distrazione la decisione di allontanare dal campo il tifoso tedesco. Tornando all’episodio, Zverev era al servizio del quarto set sul punteggio di 2-2, quando dopo uno dei tanti incitamenti della tribuna, il tennista si è fermato di colpo. Poi ha raggiunto la sedia dell’arbitro James Keothavong, lamentandosi per delle urla provenenti dall’alto. “Ha urlato le parole di Hitler” ha detto Zverev, che rivolgendosi al giudice di sedia ha dato il via a una veloce consultazione tra i direttori di gara. Keothavong si è confrontato con gli addetti alla sicurezza, per riuscire ad individuare l’autore.
La ricerca però è stata breve, e l’uomo è stato identificato grazie al suo berretto blu. Dopodiché è stato cacciato dagli spalti dello stadio di New York.
Zverev nel post partita: “Pensavo fosse troppo per sopportarlo”
Dopo la gara, è stato lo stesso tennista a spiegare la motivazione del suo gesto, ineccepibile. Il tedesco ha detto ai giornalisti a margine della partita vinta contro l’Italia Sinner, che quell’inno di quell’epoca fosse davvero troppo: “Ho pensato fosse davvero troppo per sopportarlo. Probabilmente era coinvolto emotivamente in un match lunghissimo, ma non mi interessa“.
E no, non è stato per il chiasso che Zverev – che ama il chiasso e il calore dei tifosi – fermato il gioco, ma per chiaro fastidio di un inno che ai tedeschi non rende onore e di cui la Germania non va orgogliosa: “Da cittadino tedesco e non esattamente orgoglioso di quel periodo storico che non sia stata una brillante idea la sua”. Dice di essersi sentito in dovere inoltre di agire, lo stesso Zverev che ammette: “Sarebbe stata una macchia per me se non fossi intervenuto”.
Ma l’incidete non lo ha deconcentrato, vista la vittoria arriva poi all’ultimo set. “Non si deve trattare di un tipo intelligente, visto che ha fatto quello che ha fatto. ho solo detto e fatto quel che mi sentivo, il giudice mi ha semplicemente detto ‘Ok, lo facciamo buttare fuori’. Ci ha rimesso lui”. Adesso per