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Usa, afroamericano ucciso a Memphis. Uno degli agenti gli scattò una foto mentre agonizzante

Nuovi spaventosi dettagli emergono dalle carte diffuse dalla polizia del Tennesse sulla morte di Tyre Nichols. Nel frattempo i genitori del ragazzo sono stati presenti al discorso sullo Stato dell’Unione di Biden, in cui il presidente ha ribadito il supporto al progetto di riforma della Polizia.

Manifestanti chiedono giustizia per la morte di Tyre Nichols – Nanopress.it

Uno degli agenti accusati di omicidio ha scattato delle foto alla vittima dopo il pestaggio, condividendole poi con altri colleghi. Il giorno del fermo, inoltre, guidava un’auto non riconducibile alla Polizia e non indossava la telecamere corporale. Gli è anche stato contestato di non aver mai comunicato a Nichols che era in arresto.

Uccisione di Tyre Nichols, le foto scattate dall’agente

Continuano a emergere dettagli scioccanti relativi all’uccisione di Tyre Nichols, l’afroamericano che lo scorso sette gennaio a Memphis è stato fermato a un posto di blocco e poi brutalmente pestato dagli agenti di polizia fino a provocarne la morte.

Secondo nuovi documenti è emerso come uno dei cinque poliziotti indagati per omicidio avesse scattato delle foto al corpo insanguinato del 29enne agonizzante a terra, e poi le abbia diffuse condividendole con alcuni colleghi

L’agente in questione è Demetrius Haley, il quale, secondo i nuovi documenti diffusi da un reparto della polizia del Tennesse, dopo le botte si è messo sopra a Nichols mentre il ragazzo giaceva appoggiato alla volante e ha scattato delle fotografie. Dopodiché queste sono state inviate a altri agenti e a una conoscente di Haley. 

Licenziati e indagati per omicidio

“La sua condotta in servizio è stata ingiusta, palesemente poco professionale e sconveniente per un funzionario pubblico giurato”, aveva scritto la polizia di Memphis ai 5 agenti per poi chiederne il licenziamento. Le accuse sono di omicidio di secondo grado e di altri reati gravi dopo l’assalto condotto nei confronti della vittima. Il giovane, padre di un bimbo di quattro anni, è morto in ospedale tre giorni dopo il pestaggio. L’autopsia ha in seguito evidenziato un sanguinamento importante causato dalle percosse.

La morte del giovane afroamericano ha riacceso le proteste negli Stati Uniti. I manifestanti sono tornati a chiedere a gran voce la riforma della polizia sia a Memphis sia a livello nazionale.

La madre di Nichols durante il discorso di Biden al Congresso – Nanopress.it

La famiglia di Nichols è stata invitata ieri a assistere al discorso sullo Stato dell’Unione del presidente Usa Joe Biden. Il democratico in questa circostanza ha ribadito il sostegno al progetto di riformare la polizia, rivolgendosi al Paese e direttamente anche ai genitori del ragazzo.

Elementi sul comportamento dei poliziotti

I nuovi documenti hanno inoltre offerto nuovi elementi sul comportamento messo in atto da Haley e da Desmond Mills Jr, Tadarrius Bean, Justin Smith e Emmitt Martin III. Insieme a loro, tra l’altro, anche un sesto agente è stato licenziato e un settimo è stato sollevato dall’incarico. Ieri le autorità hanno reso noto che fino a 13 agenti rischiano sanzioni disciplinati perché collegati più o meno direttamente al caso di Nichols.

Secondo le nuove evidenze, il poliziotto che ha scattato le foto guidava una vettura non identificata come Polizia. Il giorno del fermo di Nichols ha spruzzato lo spray irritante negli occhi del giovane, dopo averlo costretto a scendere dalla macchina. Nel fascicolo è emerso che gli è stato contestato un abuso di potere, in quanto l’agente “non ha mai detto a Nichols il motivo per cui l’auto era stata fermata, né che il conducente fosse in arresto”. L’agente poi non indossava la tipica telecamera sul petto, dispositivo di cui i poliziotti sono dotati quando in servizio.

Dopo la breve fuga della vittima, l’agente Haley gli ha dato i calci mentre altri tre lo ammanettavano. Il documento poi, sulla base dei video, smentisce la ricostruzione secondo cui la vittima avrebbe tentato di appropriarsi di una pistola di un agente.

Diana Sarti

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