Un accordo sulla cooperazione in materia di difesa del valore di 45 milioni di dollari. In cambio aiuti all’isola per contrastare i crimini transnazionali.
Si accende il confronto Usa-Cina per avere crescenti influenze nel Pacifico.
Gli Stati Uniti firmeranno oggi un nuovo accordo sulla sicurezza con la Papua Nuova Guinea. Si tratta di un patto difensivo che rilancia le ambizioni Usa di competere con la Cina per l’influenza geopolitica nel Pacifico. Tuttavia nell’isola dell’Oceania, che si trova sopra l’Australia, si fa avanti la preoccupazione che sul territorio dello Stato possa aumentare la presenza militare americana.
Secondo quanto reso noto dal Dipartimento di Stato a stelle e strisce, attraverso l’accordo sarà fornito un aiuto di 45 milioni di dollari per implementare la cooperazione in materia di sicurezza. Nel pacchetto è prevista la fornitura di attrezzature di protezione per le forze di difesa dell’isola. Inoltre anche il supporto per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, così come aiuti per contrastare i reati transnazionali e lottare contro HIV e Aids.
Il timore è legato al fatto che nell’accordo, secondo una bozza circolata la scorsa settimana, sarebbe prevista l’immunità per il personale americano – circostanza smentita dal primo ministro della Papua Nuova Guinea – e anche il permesso a navi, velivoli e veicoli di terra di circolare liberamente all’interno dello Stato, con procedure semplificate per ottenere il visto.
La Papua Nuova Guinea si trova in posizione strategica sull’atlante in quanto collocata proprio in prossimità delle rotte commerciali verso Australia e Giappone. L’accordo rappresenta per gli Usa un guanto di sfida alla Cina, che punta a guadagnare sempre più influenza nel Pacifico offrendo ai Paesi dell’area benefici diplomatici e incentivi finanziari. La contromisura americana per non perdere terreno nella zona riguarda anche l’India, a sua volta preoccupata per le manovre della potenza cinese.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken è volato sull’isola, così come il primo ministro indiano Narendra Modi. I due condurranno incontri separati con 14 leader di Stati del Pacifico.
Dopo la firma del patto con il primo ministro dell’isola James Marape sono previsti incontri anche con il primo ministro neozelandese Chris Hipkins. Blinken in questa circostanza sostituisce il presidente Joe Biden, rimasto a Washington per trovare una mediazione sulla questione del tetto al debito Usa. Senza la cancellazione del viaggio, Biden sarebbe diventato il primo presidente americano in carica a far visita all’isola del Pacifico. Suo zio, inoltre, trovò la morte proprio qui durante i combattimenti della seconda guerra mondiale.
Tra chi contesta e è critico verso il nuovo accordo c’è anche l’ex primo ministro papuano Peter O’Neill. Secondo lui l’attuale premier Marape sta posizionando il Paese “all’epicentro di una tempesta militare tra Cina e Stati Uniti attraverso la sigla degli accordi difensivi con entrambe le superpotenze senza consultare la popolazione”. Marape ha infatti affermato che l’accordo con gli Usa non preclude al Paese la possibilità di trattare anche con la Cina.
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