Gli Usa hanno incriminato tredici cittadini cinesi accusati di essere spie attive negli Stati Uniti. L’FBI accusa i cinesi di aver cercato di trafugare informazioni indirizzandole poi verso la Cina.
La situazione tra Usa e Cina sta diventando via via sempre più complicata e le tensioni in questi ultimi giorni riguardano la guerra dei chip, una silenziosa guerra che riguarda tecnologia e produzione mondiale. I rapporti tra le due nazioni sono davvero tesi. Nel corso di un’indagine l’FBI ha incriminato 13 cittadini cinesi ritenuti spie attive nel paese.
Il dipartimento di giustizia Usa ritiene che i cittadini cinesi siano parte di una rete di spionaggio tecnologico, che ha cercato in vari modi di influenzare le indagini. Ma soprattutto di trarre informazioni da divulgare poi in Cina.
L’obbiettivo non era soltanto trafugare informazioni e spiare tecnologie per poi riprodurle in Cina, ma anche riuscire a riportare indietro cittadini dissidenti. La procura generale degli Stati Uniti ha presentato per due dei tredici imputati l’accusa di corruzione verso la polizia cercando di ottenere dettagli sull’indagine federale su una nota società di telecomunicazioni.
Le due spie avrebbero cercato di corrompere un funzionario di polizia con contanti e gioielli. Il procuratore Merrik Garland non ha rivelato il nome della società ma i media hanno ipotizzato che si tratti di Huawei.
Gli altri incriminati invece hanno ricevuto accuse per casi di spionaggio differenti. L’accusa per quattro cinesi è di aver realizzato un centro studi con lo scopo di attirare funzionari pubblici. Tutto questo per poter spiare e soprattutto poter utilizzare tecnologie da riproporre in Cina. Tre dei soggetti incriminati farebbero parte dell’intelligence cinese.
Le tensioni tra Cina e Usa sono, in questo momento storico, principalmente legate a due ragioni. La prima è la posizione della Cina in merito a Taiwan, ritenuta una provincia ribelle. Il governo non accetta intromissioni in quanto l’isola fa parte del territorio cinese.
Gli ultimi eventi che hanno portato a stringere un rapporto di solidarietà reciproca tra Usa e Taiwan, come la visita di Nancy Pelosi, hanno infastidito la Cina. Questo perché la questione dell’isola è ritenuta interna al governo cinese che non accetta Intromissioni altrui. Ora che Xi ha ottenuto il terzo mandato, cresce la paura di un’opera di riconquista cinese a breve termine che darebbe il via alla difesa statunitense di Taiwan.
Non meno importante la guerra dei chip che sta portando scompiglio nell’economia cinese dopo che gli Usa hanno bloccato la vendita alla Cina di semiconduttori realizzati con tecnologia americana ovunque nel mondo. Ma non solo perché hanno vietato ai cittadini usa di lavorare con produttori cinesi senza autorizzazione.
La Cina ha avvisato che ora sta pagando il prezzo delle limitazioni ma ha anche affermato che la decisione si ritorcerà contro loro stessi.
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