Torna la paura di una recessione negli Stati Uniti, dove l’economia fa segnare una brusca frenata. Il pil del primo trimestre è sotto le stime.
Il pil degli Stati Uniti è cresciuto solamente dell’1,1% durante il primo trimestre del 2023, un risultato molto sotto le aspettative, visto che la crescita degli ultimi tre mesi dello scorso anno era stata di 2,6%.
Le stime parlavano di 1,9% di crescita, ma il pil statunitense si ferma all’1,1%. Delusione per l’economia reale, ma c’è ancora margine per sorridere. Quello che gli investitori stanno sperando in queste ore è che la Federal Reserve possa allentare i rialzi dei tassi di interessi.
Adesso la reattiva campagna di rialzi di interessi della Fed potrebbe alimentare i timori di una recessione, che pare la borsa abbia dato ormai per scontata.
Direttamente proporzionale agli interessi della Banca americana, sarebbero stati i mancati investimenti da parte di aziende americane e del mercato immobiliare. Due settori che rappresentano i fronti con il fianco scoperto all’aggressivo rialzo degli interessi proposto dalla Fed. I prezzi in aumento hanno invece a sorpresa evidenziato la forza dei consumatori, con le spese salite di un punto percentuale rispetto alla fine del 2022.
La tenuta del mercato dei consumi però continua a preoccupare, visto che secondo gli esperti nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe avere conseguenze – nonostante la sua diminuzione – sul potere d’acquisto. Il caro prezzo dunque, che gli americani hanno fino a questo momento retto grazie anche al mercato del lavoro, potrebbe fare emergere le prime debolezze.
Uno scenario quello della Banca centrale americana che potrebbe intervenire anche la prossima settimana, che ha fatto bene a Wall Street. Dow Jones ha aperto a +0,61% mentre Nasdaq a +1,04%. La borsa newyorkese è stata spinta anche dagli ottimi risultati dei grandi gruppi come Meta che ha superato le aspettative di crescita del primo trimestre arrivando a un +14% grazie ai ricavi dei primi tre mesi.
Secondo la Banca centrale statunitense le indicazioni che fanno riferimento alla crescita e alla ripresa – seppur a rilento – con anche il mercato del lavoro in via di raffreddamento, potrebbero dare un’indicazione sulla frenata dei prezzi andando a impattare sull’inflazione.
Proprio come ipotizzato dalla borsa americana, la Fed prepara una nuova stretta, mentre a giugno una pausa sugli interessi potrebbe servire a valutare gli effetti della politica monetaria sull’economia reale. La situazione oltreoceano rimane complessa, e segue anche le trattative tra repubblicani e dem. Il presidente Joe Biden in questo momento non ha ancora avviato le trattative per l’innalzamento del tetto del debito, con la crisi del settore bancario americano non ancora risolta.
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