Altre morti di afroamericani che rischiano di gettare benzina su un fuoco che non accenna a diminuire. Le notizie che giungono dagli Stati Uniti, a poco più di un mese dall’elezione presidenziale, parlano di due nuove vittime della Polizia. La prima è la persona rimasta ferita negli scontri che la scorsa notte hanno infiammato la città di Charlotte, in North Caroline. A questa morte si aggiunge quella di Tawon Boyd: il 21enne afroamericano è deceduto dopo giorni di agonia. Il giovane era stato arrestato nella sua abitazione in un sobborgo di Baltimora dopo una denuncia dei vicini per “comportamenti strani”: gli agenti, pur se disarmato, lo hanno immobilizzato a terra dopo una colluttazione che gli è stata fatale. La famiglia aveva subito denunciato l’uso eccessivo della forza da parte dei poliziotti: l’avvocato dei familiari ha fatto sapere che Tawon è morto per un collasso di reni e cuore. Nel frattempo, la polizia di Tulsa ha fatto sapere di aver emesso un arresto nei confronti della poliziotta che ha ucciso a colpi d’arma da fuoco un afroamericano a bordo di un suv.
Nel frattempo, il bilancio degli scontri a Charlotte conta anche 9 feriti e 44 arresti: il sindaco Jennifer Roberts ha dichiarato lo stato di coprifuoco. Nella notte altre persone sono scese in strada per protestare dopo l’uccisione di Keith Scott Lamont, afroamericano di 43 anni padre di sette figli, da parte della Polizia.
L’ennesimo caso di violenza da parte delle forze dell’ordine nei confronti di una persona di colore ha nuovamente infiammato gli animi della comunità che è scesa in piazza per tre giorni di fila: la tensione è salita nel corso delle ore e si sono registrati pesanti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti in particolare dopo il ferimento di una persona, raggiunta da colpi di arma da fuoco e ora ricoverata in gravi condizioni. Nella cittadina è stato dichiarato lo stato di emergenza e reparti della Guardia Nazionale hanno affiancato la polizia locale.
Le immagini degli scontri della notte sono rimbalzate sui media: alcuni manifestanti hanno preso di mira vetrine e auto, dando il via a numerosi saccheggi nei negozi della città, e almeno un agente sarebbe rimasto ferito. Il sindaco della città ha richiamato i manifestanti alla calma, mentre il governatore dello Stato, Pat McCroy,ha definito “intollerabili” le violenze della notte e ha dichiarato lo stato d’emergenza.
Si cerca ancora di capire cosa sia successo nella notte degli scontri: le immagini mostrano alcuni manifestanti mentre devastano vetrine e saccheggiano i negozi, ma anche la durezza dell’intervento delle forze di polizia. In merito al ferimento di un manifestante, la polizia ha scritto su Twitter che a sparare è stato un civile senza però indicare il nome della vittima e di chi ha aperto il fuoco. L’episodio sarebbe avvenuto nella zona uptown di Charlotte, mentre una parte dei manifestanti si trovava davanti all’ingresso di un hotel. Secondo i media locali, alcuni avrebbero provato a forzare il cordone di poliziotti in tenuta anti-sommossa per entrare nell’albergo: quel punto sarebbero stati lanciati lacrimogeni e granate stordenti.
#CharlotteProtest: This soldier had a message for police – from one service member to another.
Anche a New York si sono tenute manifestazioni a supporto dei manifestanti di Charlotte. La nuova ondata di proteste nasce dopo la morte di Keith Scott Lamont, ripresa da alcuni telefonini. L’uomo, fermato dalla Polizia, scende dalla macchina e mette le mani dietro la nuca, ma il poliziotto lo raggiunge e spara, uccidendolo. Secondo quanto dichiarato dal capo del dipartimento di polizia, Kerr Putney, gli agenti avrebbero aperto il fuoco dopo che Scott si è rifiutato di abbandonare la sua arma e di seguire gli ordini. Diversa la versione della famiglia dell’uomo che parlano di un libro e non di un’arma.
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